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Una strenna di Natale emozionante: Il libro piú intimo di Roberto Vecchioni unito in un cofanetto al nuovo cd del cantautore, che ha inciso per l’occasione le canzoni dedicate nel corso della carriera ai figli, in nuove meravigliose versioni.
È inutile chiedersi cosa sia la felicità, o come fare a raggiungerla. Lo scrive un padre ai propri figli nella lettera che apre questo libro: la felicità, spiega, non è una questione d'istanti, ma una presenza costante, che corre parallela a noi. Il problema è saperla intravedere, imparando a non farci abbagliare. Il padre è Roberto Vecchioni. Sono per i suoi figli Francesca, Carolina, Arrigo e Edoardo - i racconti che compongono il volume. Dalle bizzarrie vissute insieme a loro, a episodi comici e drammatici della sua carriera di insegnante; dagli amori perduti o ritrovati fino a un ritratto vivo e passionale di suo padre Aldo, Vecchioni attinge alla propria biografia per costruire un vero e proprio manuale su come imbrigliare la felicità, senza farla scivolare via finché non diventa soltanto un ricordo. Ma ci sono anche le canzoni, scritte in un arco di quasi quarant'anni. Ci sono squarci letterari: un racconto dalle Mille e una notte, la storia di Paolo e Francesca, il mito di Orfeo ed Euridice, un frammento di Saffo. C'è l'amata casa sul lago, testimone di tanti momenti, alcuni dei quali difficili e persino spaventosi. Roberto Vecchioni ci conduce in un viaggio personale lungo quello che chiama "il tempo verticale", uno spazio che tiene uniti tra loro passato, presente e futuro, dove nulla si perde. D'altronde "la felicità non è un angolo acuto della vita o un logaritmo incalcolabile o la quadratura del cerchio: la felicità è la geometria stessa".

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21/07/2019 22:36:14
Buono, da consigliare per regalare .adatta per adulti e giovani!
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21/09/2018 10:34:42
Libro commovente ed emozionante . Consigliato. Per chi vuole conoscere un Vecchioni per alcuni tratti inedito, piu' intimo rispetto alla sua figura di cantautore.
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18/11/2016 16:11:43
L'ho comprato per regalarlo, ma poi ho aperto la confezione... e ascoltato il cd. Ho fatto bene. Per il mio amico ne comprerò un altro :-)
Un brano dell'intervista di Roberto Vecchioni su La Repubblica
Perché oggi si parla poco di rapporti, che invece sembrerebbero una questione cruciale?
«È passato di moda perché è scomodo. Si dà per scontato che siamo divisi dai figli da un burrone di comunicazione, da un’incolmabile diversità culturale, ma non è così. Loro usano tecnologie diverse dalle nostre, ma i principi sentimentali sono sempre gli stessi. Magari pensiamo troppo a noi stessi — ma questo lo fanno più i padri, le madri meno — all’avvenire, al successo, al nostro io, a guadagnare, ma è un rapporto che va ripreso a ogni costo, perché non si tratta solo di padri e figli, ma di presente e futuro».
Cosa dovremmo dare di più ai nostri figli?
«Soprattutto cultura. Il senso di una centralità nel mondo, fatta anche di strumenti per difendersi quando le cose vanno male. Umanesimo. Nulla vale più di poche, semplici domande: cosa sto facendo? Perché lo faccio? Sapendosi dare una risposta».
Rimpiange gli anni d’oro della canzone, quando dominava la qualità?
«Ho vissuto tutto. Ho conosciuto tutti. Gli anni 70 furono splendidi e faticosi, forse troppo politicizzati. Un momento d’oro interrotto bruscamente dagli anni di piombo. Poi si riapprezzò il privato che aveva una straordinaria gamma di cose da dire: e i cantautori sapevano farlo meglio di tutti».
