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La vita indocile: Servabo-La signora Kirchgessner-Il nespolo-I luoghi del delitto - Luigi Pintor - copertina
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La vita indocile: Servabo-La signora Kirchgessner-Il nespolo-I luoghi del delitto - Luigi Pintor - copertina

Descrizione


Capita che la letteratura - quella priva di superlativi, perché la grandezza non ne ha bisogno - nasca in modo preterintenzionale. La scrittura si ritrae, dà voce all'essenziale, schiva gli indugi colti o i compiacimenti delle frasi tornite, e le pagine raggiungono subito una misura non ulteriormente perfettibile: un effetto che oltrepassa qualsiasi volontà di stile. È il tenore delle quattro prose autobiografiche di Luigi Pintor, uscite tra il 1991 e il 2003 e qui raccolte a dieci anni dalla morte. Non assomigliano a nulla che oggi abbia corso, e custodiscono la loro unicità in una lingua nuda che non offre riparo né attenuanti, pur velando con estremo pudore nomi, luoghi e date. La sola irriverenza, implacabile come un riso asciutto, è per l'io che racconta, sia che parli in prima persona, sia che mantenga la prossimità con se stesso in panni fittizi. Commesso da tempo, e ancora una volta con preterintenzionalità, il "peccato imperdonabile" di non morire giovane, Pintor si volta indietro e riordina nella narrazione i "conti che non tornano nella realtà". La "fantasia illimitata" del male si è sbizzarrita con la sua vita: gli affetti fulminati, la storia attraversata da combattente che si vede negata l'aspirazione giovanile a "diventare un idiota" nell'antico senso greco, ossia "restare in disparte con innocenza". Decine di migliaia di lettori hanno amato questa quadruplice cognizione del dolore, grati a Pintor di non aver ceduto al silenzio a cui ambiva.
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Dettagli

2
2015
Tascabile
5 novembre 2015
256 p., Brossura
9788833927206

Valutazioni e recensioni

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M.Cristina
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Per una volta la descrizione di default è quasi perfetta e c'è poco da aggiungere. La bellezza di questi scritti sta forse proprio nell'essere una disarticolata sinfonia in tono minore, quotidiano, le riflessioni dell'idiota che sta nell'angolo e osserva il mondo, ma lo osserva con un occhio che sa farsi netto come un bisturi, come in questo breve passo: "Il particolare più interessante della metropolitana di Mosca non sono i mosaici fastosi ne' i mendicanti laceri che la popolano, ma la combinazione degli uni e degli altri, dell'orgoglio passato e della mortificazione presente. Il primato spetta però ai sottofondi delle metropoli americane come risvolto del prodotto interno lordo di quel continente. Esistono due sistemi fognari, uno serve a incanalare i rifiuti organici e l'altro a scaricare i rifiuti sociali." O ancora: "Non c'è in un'intera vita cosa più importante da fare che chinarsi perchè un altro, cingendoti il collo, possa rialzarsi."

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Luigi Pintor

Luigi Pintor (1925-2003), nato a Roma, ma di origine sarda, lavorò all’«Unità» dal 1946 al 1965. Eletto deputato nelle liste del PCI, nel 1969 fu radiato dal partito con altri dissidenti e diede vita al «manifesto»,il quotidiano comunista su cui scrisse dal 1971 fino alla morte. Presso Bollati Boringhieri ha pubblicato Servabo. Memoria di fine secolo (1991), La signora Kirchgessner (1998), Il nespolo (2001) e I luoghi del delitto (2003), ora raccolti in La vita indocile (2013), oltre a Politicamente scorretto. Cronache di un quinquennio 1996-2001 (2001).

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