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Il vitalizio. Le beffe della morte
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Il vitalizio. Le beffe della morte - Luigi Pirandello - copertina
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vitalizio. Le beffe della morte

Descrizione


"Campate troppo, caro mio. Brutto vizio! E dovreste levarvelo." Povero Maràbito, vecchio contadino onesto e leale, tutto per colpa di un vitalizio di due lire al giorno: lo protegge dalla morte e gli consegna un'inaspettata longevità, auspicata dal vicinato e maledetta dal Maltese, prima, e dal notaio Zàgara, poi. Quelle due lire al giorno, che "non sono rena", alle soglie dei cent'anni Maràbito non le vuole più, magari la morte verrebbe finalmente a fargli visita... macché, neppure "padrone di morire"! Gioiello dell'ironia pirandelliana "Il vitalizio" ci regala una storia dalle tinte crudamente grottesche, una parodia raffinata delle presuntuose velleità di meschini scommettitori, che una roulette capricciosa alla fine punisce. Perché "la morte sa essere buffona, se le gira" e si fa beffa di chi vorrebbe beffarla. Questo racconto ha offerto lo spunto ad Andrea Camilleri nel 2007 per una riduzione teatrale, rappresentata su vari palcoscenici italiani.
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Dettagli

2009
1 ottobre 2009
80 p., Brossura
9788863930177

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Piero Giombi
Recensioni: 3/5

Pirandello è stato spesso accusato di inventare storie inverosimili. Lui rispondeva mostrando ritagli di giornali che mostravano storie altrettanto inverosimili. Una storia simile a quella del racconto è realmente avvenuta in Francia: un tale acquistò una casa in nuda proprietà da una signora ottantenne. Non sapeva, il meschino, che costei sarebbe diventata la signora più longeva di Francia. Metto 3/5 perché 6 euro per una novella è un po' troppo e per pochi euro in più la Newton ha pubblicato tutte le novelle di Pirandello.

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Luigi Pirandello

1867, Agrigento

Nacque nel podere di campagna detto il Caos, da una famiglia della borghesia commerciale di tradizione risorgimentale e garibaldina, sia da parte del padre Stefano che della madre, Caterina Ricci-Gramitto. Preso soprattutto da interessi filologici e letterari, frequentò le università di Palermo, Roma e Bonn, dove si laureò nel 1891 con una tesi in tedesco di fonetica e morfologia (in traduzione italiana: 'La parlata di Girgenti'). Tornato in Italia nel 1892 e stabilitosi a Roma, grazie a Luigi Capuana strinse contatti con la cultura militante, collaborando con scritti critici e poesie alla «Nuova Antologia», conducendo sul «Marzocco» un’accesa polemica antidannunziana e insistendo in molti interventi su vari periodici sul tema della crisi...

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