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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 1998
Anno edizione: 2019
“Vivere altrove” è un libro che è oggi, paradossalmente più attuale di quando venne scritto e che merita pertanto di essere letto e conosciuto.
"Vivere altrove" racconta l'approdo in Germania, negli anni '50, di una giovane sposa al seguito del marito funzionario d'azienda, che lì si trasferiva per sviluppare una succursale della casa madre piemontese. "Un'emigrazione facile e privilegiata", si direbbe. Non paragonabile alle tante storie di miseria e necessità, di ieri e di oggi. "Ma esiste un'emigrazione facile? - si chiede l'autrice. - Nessun emigrato conosce alla partenza la portata del suo passo, il suo sarà un cammino solitario, incontrerà difficoltà che nessuno gli ha predetto, dolori e tristezze che pochi condivideranno. L'emigrazione gli mostrerà sempre la sua vera faccia, il prezzo da pagare in termini di solitudine e di rinunce. E a ogni ritorno in patria scoprirà quanto poco sappiano coloro che restano di ciò che capita a coloro che sono partiti." Quella dei primi anni, descritta dalla giovane Fenoglio, è una Germania minacciosa, una aliena entità geografica, ancora gravida dei tragici eventi della guerra, terra ostile per clima e paesaggi. Col tempo scoprirà che per ogni straniero l'indispensabile strumento di integrazione e di appartenenza al nuovo paese è la lingua: "La patria non è soltanto una casa, una famiglia, un paese, la patria è sopratutto una lingua. Ogni lingua è un confine territoriale che esclude chi non parla, un mondo a se stante che non rimpiange altri mondi perché tutto contiene, un tessuto connettivo che forgia i pensieri e fa di individui un popolo". Le parole che la maestra elementare dei suoi figli le rivolgerà, l'accompagneranno per tutta la vita: "L'estero per diventare normalità ha bisogno di tempi lunghi. Per gestire senza scossoni una doppia identità ci vuole pazienza, a volte una vita. Ma lei, che parla così bene il tedesco, ce la farà... Una lingua può diventare patria." Apparso la prima volta per Sellerio nel 1997, Vivere altrove viene oggi riproposto per la sua inesauribile attualità.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un altro bel libro di Marisa Fenoglio, una “narratrice”. Interessanti e stimolanti i contenuti: l'esperienza travagliata di una nuova vita in una nazione ed in un paesaggio ostici. La prosa della Fenoglio è sempre accattivante, ricca e piacevole. Un libro consigliato a chi ama la bella scrittura e a chi desidera conoscere altre vite e altri mondi raccontati con maestria
Marisa Fenoglio, emigrata in Germania al seguito del marito, racconta la sua condizione di "moglie di". Poco dopo la guerra, appena all'inizio della ripresa economica, Marisa, donna italiana degli anni '50, sceglie di ignorare la propria dimensione individuale per seguire il marito chiamato a dirigere un'industria nascente in un anonimo paese della Germania ovest. In maniera semplice e diretta ci riporta le lacerazioni del suo stato d'animo di emigrante, la sofferenza e lo straniamento provato. E' un excursus onesto: dall'invidia per l'emancipazione femminile delle donne tedesche, alle sue insicurezze di giovane mamma lontana dai luoghi e dalla cultura delle sue origini. Incapace di sentirsi compresa tanto in Germania quanto in Italia, passerà da una forma di chiusura netta in cui l'unico contatto sarà quello con una donna italiana che condivide la sua stessa esperienza, a piccoli passi verso l'accettazione e l'integrazione mossi per lo più per amore materno, fino alla comprensione dell'importanza di vivere appieno la sua dimensione umana. E sarà assecondando la sua antica passione per il canto, ritrovato e ancor più goduto grazie alla musicalità della lingua tedesca per la quale, nonostante tutto, scoprirà di avere una spiccata attitudine, che Marisa saprà finalmente dare una risposta alla sua ricerca di appartenenza. Onesto e sentito.
Ho letto questo libro la prima volta dieci anni fa e l'ho riletto ieri tutto di un fiato. Dopo dieci anni e più di Germania ti accorgi di quanto é vero quello che é descritto... un libro che entra nelle pieghe dell'anima dell'emigrante e che ne approfondisce e descrive i risvolti più profondi. Bellissimo.
Recensioni
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