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“Vola più in alto” è l’opera di esordio di Diego Pelizza, laureatosi da poco al DAMS di Padova, e che ha scritto questo romanzo all’età di diciannove anni. È uno dei pochi libri in cui si tratta il delicato tema dell’autismo e forse è l’unico che ne parla dal punto di vista di un adolescente che vive con disagio la presenza di Edo, il fratello minore affetto dalla malattia. Il romanzo tratta soprattutto del difficile rapporto che Davide, il protagonista narrante, ha con il mondo che lo circonda. Coetanei, le ragazze, la scuola sono entità che gli procurano sconforto, delusioni e imbarazzo. Per queste accurate e meditate riflessioni il libro si può considerare un romanzo sulle difficoltà relazionali vissute dai giovani nel delicato periodo che inizia con le scuole superiori e prosegue fino all’università e talvolta oltre. Gli episodi che il giovane autore narra con magistrale abilità descrittiva sono stati certamente vissuti da molti ragazzi. Se l’autismo di Edo è la causa delle difficoltà patite da Davide, i lettori potranno rivivere le stesse identiche situazioni di inadeguatezza, indotte da altre circostanze. Aspetto fisico, mancato possesso di oggetti alla moda, scarse finanze, insormontabili difficoltà a scuola in talune materie influenzano pesantemente l’autostima dei giovani. In una società che premia l’apparire più che l’essere, ciascuno può identificare la causa della propria inferiorità in ambiti ben più frivoli dell’autismo e viverla comunque con la stessa sofferenza che Davide espone alla psicologa che lo sostiene, lo rassicura e lo spinge a riflettere. La narrazione è scorrevole, senza mai essere banale né scontata, e il libro non è affatto greve e pessimistico: un ribaltamento del punto di vista maturato da Davide suggerisce al lettore che c’è una concreta possibilità di riuscire ad accettare la propria condizione, valorizzare le differenze che esistono tra i due fratelli e guadagnare serenità.
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