Il volto della fenice

Ho letto Il Volto della Fenice qualche mese fa, ma mi ritrovo ancora oggi a pensare a Serena, Emanuela, Rita... i protagonisti di questa storia sono descritti in modo profondo e tridimensionale, e come lettore capisci e comprendi le loro spinte, lo loro sofferenze , le loro speranze. Ci si può rispecchiare nei loro pensieri e nelle loro emozioni, perché oltre all'attualità delle difficoltà affrontate, lo stile narrativo è spontaneo e diretto, che coinvolge e fa entrare più in contatto con le forze che si agitano nel profondo dei loro cuori. Serena ci mostra che è possibile sperare e lottare con coraggio per costruirsi un'esistenza più "piena" , prendendosi carico della propria sofferenza per trasformarla in una risorsa costruttiva

Un romanzo che affronta tematiche serie e insolite, una storia ricca di emozioni e di tante verità, un racconto dalle mille sfaccettature. Quella della protagonista, Serena, è un’avventura che appare segnata e già scritta ancora prima della sua nascita e che la trascina, insieme a tanti altri personaggi, in un vortice di drammi e amori. Ho trovato il romanzo davvero ben scritto, molto scorrevole ed avvincente, a tratti anche commovente. Gli sbalzi temporali aiutano a tenere l’attenzione sempre viva, e non fanno perdere il filo del discorso. Lo definirei un inno alla vita e al libero arbitrio. Finalmente una storia lontana dai classici stereotipi in cui potercisi ritrovare ed anche rintanare. Una lettura davvero consigliata!

Il volto della fenice è un romanzo d’esordio e tanto di cappello. Si riconoscono pienamente la sua giovinezza e freschezza, la speranza e la fiducia nel cambiamento, seppur generate da radici di profondo dolore e sofferenza. E, anzi, forse per questo, giustificate nella loro ingenuità. All’inizio ho avuto la tentazione di operare un giudizio sommario, particolarmente per l’uso eccessivo di verbi e aggettivi che appesantiscono la lettura ma proseguendo e superando lo scoglio della giustificabile e a volte adorabile inesperienza si gode di una prosa satura di vita, autentica e dolorante. Mi sarebbe piaciuto conoscere di più i personaggi e avere una loro descrizione più precisa ma il volto della fenice deve rimanere, forse, un po’ nascosto per lasciare al lettore il desiderio di sapere come procederà la sua vita. Abbiamo fiducia in lei che con coraggio e determinazione da eroina ha maturato scelte non comuni. Se un po’ di Serena è in Ilaria e viceversa percepiamo che le parole di motivazione e incoraggiamento sussurrate alla compagna di ospedale sono parole vere e sentite che troveranno posto nella preziosa realtà di questa autrice.