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Descrizione


I libri cui si riferiscono le quattordici recensioni raccolte in quest'antologia non sono stati mai scritti, esistono soltanto nei resoconti offerti da critici altrettanto immaginari e non sempre benevoli. In un inquietante gioco di scatole cinesi, autori inesistenti abbozzano trame improbabili, dal sapore fantascientifico. L'inesauribile ironia di Lem inserisce anche la propria opera reale in questo girotondo di recensioni, allargando all'infinito il gioco di specchi, nella consapevolezza che "chi mente a proposito del nulla cessa ipso facto di essere un mentitore".
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Dettagli

2010
1 gennaio 2010
256 p., Brossura
9788862430586

Valutazioni e recensioni

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Recensioni: 4/5
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bigos54
Recensioni: 5/5

Un testo per il piacere della lettura: l'avevo letto nel 1990, all'uscita per i non dimenticati "I Grandi" degli Editori Riuniti. Ora lo ritrovo qui, in una nuova traduzione (chissà perché, quella vecchia era deliziosa). Consigliato senz'altro a chi ha dimestichezza e inclinazione per le eleganti acrobazie metaletterarie di Lem, al lettore smaliziato insomma, capace di apprezzare queste nuove "finzioni".

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Andrea Darmarios
Recensioni: 2/5

Chi conosce un po' Stanislaw Lem ha presente il suo gusto per i riferimenti a testi che non esistono. In "Solaris", per esempio, ci sono interi capitoli in cui si parla degli studi fatti sul misterioso pianeta, con tanto di bibliografia e brevi citazioni. Tutto inventato, naturalmente. In "Vuoto assoluto" questa tendenza conquista il centro della scena e il libro consiste in una serie di recensioni di opere letterarie e scientifiche che non esistono; con un'unica eccezione: la prima è una recensione di "Vuoto assoluto" stesso, quindi di un testo esistente che contiene la recensione di se stesso! Il libro è pieno di idee spiazzanti e acute riflessioni, ma francamente non è il Lem che preferisco. L'opera indugia in molti casi su paradossi logici e scientifici, risultando spesso basata su un gusto dell'arguzia intellettualistica. Nelle parti dedicate a temi letterari emerge una visione della letteratura come grande discorso sul nulla, in cui il linguaggio, di cui il testo si compone, in fondo non è altro che l'ambiguo e inaffidabile strumento di una messa in scena che nasconde il vuoto. Nell'ultima parte Lem si volge a tematiche più scientifiche, relative al ruolo della tecnica, al dominio del caso, al contatto tra umano e non-umano; tuttavia questi stessi argomenti, caratteristici delle sue opere narrative, presentati in chiave espositiva e paradossale perdono in parte di fascino e potenza.

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Isabella
Recensioni: 5/5

Si tratta di un libro stranissimo (ma ci si aspetterebbe altro da Lem?): l'autore recensisce libri mai scritti, soprattutto romanzi, perfino il libro stesso quasi in un paradosso. Il padre spirituale di questo genere letterario è Borges, citato e amato da Lem. Si inventa trame inverosimili, ironizza sul romanzo e sull'antiromanzo, discute teorie letterarie..... Soprattutto è un modo per dire il suo parere su tutto. Lo consiglio però solo a chi ha solide basi letterarie e ha letto molti libri, altrimenti non si capirebbero le numerose allusioni.

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Recensioni

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Stanislaw Lem

1921, Leopoli (Ucraina)

Ha esordito dopo la guerra con versi e racconti brevi (L’uomo di Marte, 1946). Nel 1951 è uscito il suo primo romanzo di fantascienza, Il pianeta morto, cui ha fatto seguito un romanzo autobiografico sul periodo dell’occupazione nazista, Il tempo non perduto (1955). Ma L. ha poi virato decisamente verso la fantascienza, esplorando il genere in profondità e conferendo ad esso una nuova identità attraverso una lunga serie di romanzi e di racconti: La nuvola Magellano (1955), Memorie di un viaggiatore spaziale (1957), Ritorno dall’universo (1961), Solaris (1961, da cui A.Tarkovskij avrebbe poi tratto l’omonimo e film), L’Invincibile (1964), Cyberiade (1965), Insonnia (1971), Raffreddore (1975), Golem XIV...

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