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Non voglio dar giudizi sul carattere generale di quest'opera, che, se dal punto di vista musicale non aggiunge nulla, ha perlomeno il pregio di lumeggiare la vita del grande compositore sotto una luce inconsueta. Desidero invece concentrarmi su di un punto solo, perchè in esso, temo, si cela un equivoco: quando il Nostro esprime l'auspicio di riscattar la figura di Mozart dal vacuo farfallone che popola il film " Amadeus", avrebbe anche ragione, se solo il protagonista del film di Forman fosse Mozart; ma non è Mozart, bensì Salieri, e tramite l'irritante fanciullo non si intende mostrare Mozart quale fu nella realtà storica, ma come invece egli apparve, secondo la geniale intuizione di Puskin, dal cui microdramma il film deriva, agli occhi di Salieri. La constatazione di questo fatto cambia radicalmente la prospettiva, perchè, se da un lato non conferisce all'opera una maggiore verità storica, dall'altro appare esteticamente verosimile, nel mentre che illustra, tramite uno studio psicologico di un genere unico, il manifestarsi ed il progredire di una malattia mentale. E non sono i funambolismi boccacceschi del fanciullo Mozart che ci interessano, quanto la risata infernale, che anche Puskin sottolinea, e che noi dobbiamo immaginare cresca parossisticamente nel cervello di Salieri, sino a spaccarlo, e, facendolo impazzire, riportar su di esso un perfido trionfo. E' questo il destino amaro che capita talvolta a quelle nature sensibili e orgogliose, quando le loro grandi aspirazioni non trovano riscontro nelle oggettive realizzazioni.
Non l'ho ancora terminato, ma mi sento comunque di dare un ottimo giudizio a questa biografia di Piero Melograni. Sapevo poco di WAM e mi ero fatta fuorviare dal film di Milus Forman nel quale si aveva l'impressione che Mozart fosse un bambinone genio pazzoide. Invece si intuiscono le difficoltà di Amadeus per farsi apprezzare come compositore e quanto la presenza ingombrante di suo padre abbia influito sulla sua carriera. Illuminante!
E' "sui generis" questa vita (ed il tempo) di Wam in cui l'autore approfondisce certi aspetti e a volte ne tralascia altri che il lettore si aspetterebbe, invece, fossero trattati più ampiamente. Melograni va per la sua strada ed il volume alla fine risulta interessante e ben confezionato anche se ancora una volta restano i dubbi sulle cause della morte del grande compositore e soprattutto, confrontandole con altre "biografie", le date a volte non corrispondono. In particolare mi riferisco, per esempio, alla data del funerale ( 6 o 7 dicembre 1791 ?). Non è una sottigliezza, perchè stabilirlo significa sposare la tesi di Melograni che Mozart sarebbe morto a seguito di una epidemia scoppiata a Vienna, e quindi c'era l'assoluta necessità di accelerare il servizio funebre; oppure condividere quello che afferma Anacleto Verrecchia in "Rapsodia viennese" (limitandomi a citare soltanto gli ultimi libri scritti su Mozart) secondo cui il funerale avvenne il 7 (lo conferma anche V. Braunbehrens) cioè dopo 48 ore dal decesso (5 dicembre) secondo precise disposizioni delle autorità. Ne deriva che Mozart sarebbe morto non a causa dell'epidemia, per per altri motivi su cui ancora gli storici stanno indagando (febbre miliare acuta - diagnosi di quel tempo, nefrite da post-scarlattina, febbre reumatoide, uremia cronica - vedere al riguardo J. O'Shea "Musica e Medicina". Nicola Berti
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