Arriva il gatto! Con poster. Ediz. italiana, russa e inglese

  È un albo quadrotto (cm 21x21) pieno di sorprese, a cominciare dalla copertina, che in realtà è un grande poster che si apre e si svolge. Il titolo in tre lingue, italiano, inglese e russo, viene ripetuto nelle pagine, dentro un fumetto, una trentina di volte sempre in triplice lingua (e sono le uniche parole del testo) man mano che si sparge l'allarme lanciato da un topo (e da chi se no?) in mongolfiera ai suoi confratelli. A un pittore, a un giardiniere, ai passeggeri di un treno, ai bagnanti in spiaggia, persino a un pesce quando un temporale squarcia il pallone e l'eroica sentinella del cielo precipita in mare. A cavallo del pesce il nostro eroe raggiunge la città, dove la ferale notizia si diffonde come un'onda impazzita che moltiplica quelle tre parole: "Arriva il gatto!", quattro in inglese "Here comes the cat", tre in cirillico. Finché si staglia sulla popolazione atterrita l'ombra minacciosa di una gigantesca testa con tanto di baffi. Non riveliamo la sorpresa delle ultime tavole, straordinariamente belle come le precedenti, disegnate e colorate con una mirabile cura dei dettagli e degli sfondi, perché non vogliamo guastare il colpo di scena finale agli adulti, che, se sfoglieranno l'albo, probabilmente ne saranno così conquistati da regalarlo a un bimbo per affascinarlo, meravigliarlo. Lo straordinario artefatto è frutto della collaborazione tra lo scrittore inglese Asch e l'illustratore della Russia allora sovietica Vagin, nel 1989, quando il muro stava per cadere e la propaganda piena di menzogne dei due grandi nemici sull'"invasione degli ultracorpi" non faceva più presa. Indubbiamente, la storia promette un futuro migliore di quello che si è effettivamente realizzato e che i due autori sicuramente sognavano, ma il loro messaggio di amicizia e speranza, così spiazzante, resta intatto e giunge fino ai nostri giorni. Da tre anni. Fernando Rotondo