The Weapon

Questo album rappresenta bene la cifra stilistica del mitico Fathead in una fase piuttosto prolifica della sua lunga carriera: una miscela, ora morbida e raffinata, ora tagliente ed esplosiva, di Jazz e RnB, senza trascurare le frequenti incursioni nel Funk, nel Blues, nel Soul e nel Pop-Rock del momento. Meno manieristico al sax contralto del comunque sempre apprezzabile Grover Washington Jr., Newman dà il meglio di sé al sax tenore, che suona con focoso impeto in "Missy", traccia che sembra uscita dai titoli di apertura di un film della blaxploitation. Nella trascinante versione di "You Can't Always Get What You Want" esplora in modo più audace lo strumento, come è apprezzabile la sua prestazione al flauto in "Yes We Can Can"; grande padronanza del Blues in "Drown In My Tears" dove si ritaglia un posto di rilievo il pianoforte di un giovane ma già affermato Dr. John. Talvolta un po' sommerso dagli arrangiamenti per large ensemble, Newman trova sempre uno spazio per la graffiata da vecchio leone. Davvero degna di nota "Freedom For The Stallion", che chiude un buon disco, breve (circa 33 minuti) e in cui la qualità audio, complessivamente piuttosto scarsa, non inficia tuttavia l'emergere di un talento tanto sconociuto ai più quanto sincero.