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Ho avuto modo di studiare su questo libro per preparare un esame universitario. Il libro è articolato in due sezioni, una composta dai primi due capitoli teorici in cui è presentato l'approccio delle basi informative dell'azione pubblica, e una empirica, composta da tre capitoli in cui l'autrice espone tre casi di studio. La prima sezione contiene un'esposizione brillante del problema della costruzione dei dati su cui si basano le decisioni: partendo dall'assunto che "il dato non è dato, ma è socialmente costruito", Mozzana delinea come i dati che vengono scelti per delimitare il territorio fattuale di un problema entrino in una 'scatola nera' che oscura le scelte fatte (e quelle alternative) delimitando così anche le soluzioni possibili e depoliticizzando i processi decisionali, che assumono un carattere di necessità e di vincolo del tipo "se..., allora". Questa sezione è preziosa per tutte/i gli/le aspiranti ricercatrici/tori sociali per acquisire consapevolezza dei meccanismi all'interno dei quali opera la produzione di conoscenza e la sua messa a servizio delle decisioni, per scardinare l'illusione illuminista che da buoni dati - rigorosamente prodotti, scientificamente validi - non possano che discendere buone decisioni. In questo, il libro è una decostruzione puntuale e di grande potenza della governance neoliberista e del modo in cui essa attua la depoliticizzazione dei processi decisionali. La seconda sezione contiene tre applicazioni empiriche della prospettiva di ricerca delle basi informative, una che riguarda la standardizzazione in medicina, una che riguarda la definizione di un piano di governo del territorio per la città di Milano, e infine una che riguarda il programma Garanzia Giovani e il profiling dell'utenza per discriminare i diversi livelli di assistenza nel sostegno all'inserimento lavorativo. In poco più di 120 pagine, questo libro si configura come una lettura preziosa e in grado di mettere in discussione molto del dato per scontato.
Recensioni
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