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Un autentico gioiello della letteratura sportiva, imperdibile per gli amanti del calcio d’antan. Cronaca fittizia del Campionato mondiale di calcio 1946, in realtà mai disputatosi, la rassegna e le fasi preparatorie che la precedono sono narrate con estrema verosimiglianza ed è evidente l’accurato lavoro di documentazione svolto da Varrecchione, capace di rendere plausibilissimo un torneo apparentemente “dimenticato dalla storia”. L’epopea di USA ’46 è perfettamente inserita nel contesto storico-politico del caotico secondo Dopoguerra, con il Presidente FIFA Rimet e i suoi collaboratori che si destreggiano nei meandri della diplomazia per ridar vita alla massima competizione calcistica, ferma dall’edizione del 1938 in cui si impose l’Italia di Pozzo. I protagonisti dell’epoca vengono rievocati miscelando abilmente fatti effettivamente accaduti e finzione, dal già citato Rimet al boss del CIO Brundage, da Barassi a Hanot, strepitosi in particolare i capitoli incentrati sulla formazione delle rose delle squadre partecipanti, ricchi di spumeggianti e coloriti passaggi riguardanti le vicende delle varie nazionali e dei campioni di riferimento del periodo, Zizinho, Pedernera, Varela, Loustau, Peyroteo, nomi oggi forse dimenticati dal grande pubblico ma fondamentali nella costruzione dell’epica di questo sport. Tra loro una menzione speciale va a Valentino Mazzola e ai leggendari giocatori del Grande Torino, ossatura della purtroppo immaginaria spedizione azzurra targata 1946, un bell’omaggio ai fuoriclasse Granata che nella realtà non poterono mai confrontarsi con il più importante appuntamento nella carriera di un calciatore, a causa della guerra e della tragedia di Superga in cui perirono nel ‘49. In conclusione un libro pregevole per fantasia, scorrevolezza e trattazione dell’argomento, mix che manderebbe in estasi l’Avvocato Buffa, consigliatissimo. Spero di recuperare “Crvena Zvezda”, l’altra ucronia sportiva narrata da Varrecchione.
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