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LA GAVETTA DELLA PATACCHINI: Una musica ad ogni ballo concesso con la vita: il suono della balena a 52 HZ, David Bowie con Starman, I Talking Heads con This must be the place, i Queen, gli Smiths, Massimo Ranieri con Perdere l’amore... Un drink ad ogni boccone da mandar giù di questa vita: bevande più o meno alcoliche, shottini di vodka, Pastis, caffè, una birretta di decompressione postmoderna... E nella cornice una giovane donna, Elena Contenta Patacchini, che si racconta storie, inventa racconti, arzigola la sua giornata, cercando di arricchIre la sua di vita in un tempo depresso, svuotato, impigrito, vuoto ed oserei dire pretombale. Gli amici più stretti non a caso solo La Tenebra, i Morti, e lo Spigolo in un angolo non del tutto inerte. All’interno del libro 52 HERTZ anche racconti lampo, a cui il lettore si affeziona al personaggio che sente a lui più consono nella sua assurdità, come quella del posto dove i cani parlano e dove si dicono le bugie, e se chi le dice le crede verità smettono di essere bugie; questo posto mio padre l’avrebbe ben abiTatato. La storia dell’elettricista che aveva passato la sua vita a combattere il buio, quando decide di vivere nella luce si accorge che gli manca lo svelare del mistero nascosto. La storia del sogno del malato di Alzheimer che sogna di andare in un pianeta dove hanno bisogno di lui che parla la lingua di chi vuole distruggere la Terra, per poi accorgersi alla fine che non esiste questo posto, ed è solo lui che ha dimenticato come si parla, e questa piacerebbe alla mia amica Irene che teme la malattie mentale. Oppure la mia mia preferita quella dell’uomo a cui, e solo a lui, piove sulla testa, ma ne viene deriso dalla figlioletta, che non ne sa vedere la magia nonostante non sia ancora entrata nel mondo disilluso dell’adulto. L’autrice cerca compagnia, così si aiuta facendo uscire i suoi autori preferiti dalle pagine consunte delle sue letture, e ne invita gli scrittori a vivere con noi... Divertente, seppur triste.
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