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L' abate Roys e il fatto innominabile
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Descrizione


In8° pp. 162. Lweg. edit. con sovrac. ill. a col. Piccolo timbro sul frontespizio.
In8° pp. 162. Lweg. edit. con sovrac. ill. a col. Piccolo timbro sul frontespizio.
Qual'è il fatto ignominioso di cui si sarebbe macchiata la giovane popolana Cecilia dei Facchi e che mette in agitazione l'intera zona di Portogruaro senza che nessuno abbia l'ardire di raffigurarselo? E perché ad accusare la ragazza presso il vescovo Querini, sino a spingerlo all'azione giudiziaria, è proprio l'amante di lei, Alessandro Roys, abate di Summaga, nemico acerrimo del presule di Concordia? In un Veneto al confine col Friuli della fine del Cinquecento popolato di ruffiane e fattucchiere, trafficanti di anime e corpi, prelati di bassa spiritualità, spulciando tra antichi documenti si inserisce Tomizza per raccontarci gli intrighi di un mercante senza scrupoli pervenuto alla guida di una decaduta ma ancor ricca abbazia benedettina.
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Dettagli

1994
162 p., Ill.
  • Prodotto usato
  • Condizioni: Usato - In buone condizioni
2560460776924

Conosci l'autore

Fulvio Tomizza è stato un narratore italiano. Nella sua opera, nutrita di cultura mitteleuropea, è costante il tema della perdita d’identità della gente istriana, al centro di complesse vicende politiche e ideologiche: dalla Trilogia istriana, che comprende i romanzi Materada (1960), La ragazza di Petrovia (1963), Il bosco di acacie (1966), a La città di Miriam (1972) e La miglior vita (1977, premio Strega), considerato il suo romanzo più felice. Dopo L’amicizia (1980), è approdato al romanzo storico: Il male viene dal Nord. Il romanzo del vescovo Vergerio (1984), Gli sposi di via Rossetti (1986), L’ereditiera veneziana (1989). Del 1992 sono Destino di frontiera, scritto con R. Ferrante, e I rapporti colpevoli, del 1997 Franziska....

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