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L' adolescente nella psicoanalisi. L'avventura della soggettivazione
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2000
1 gennaio 2005
208 p.
9788826313344

Voce della critica


recensioni di Guarnieri, R. L'Indice del 2000, n. 07

Mi pare di poter dire che con questo testo Cahn si sia collocato in un punto di osservazione delimitato, il lavoro clinico con gli adolescenti, per poter ripensare a molte delle problematiche del pensiero psicoanalitico contemporaneo. Egli propone, come asse organizzatore della riflessione teorica, quel "processo di soggettivazione" che, nel sottotitolo del libro, viene associato all'idea dell'avventura: un processo del quale è difficile sapere prima quello che succederà poi, nel quale nulla è prevedibile, ma che è possibile comprendere nel suo farsi stesso.In questo consiste, di fatto, la novità: poter lavorare analiticamente con gli adolescenti ed entrare insieme a loro in quel territorio, in gran parte inesplorato, senza fare e dire troppo né troppo poco.
Sul piano teorico la rilevanza forte, in quanto si tratta di far entrare a pieno titolo nel laboratorio concettuale psicoanalitico la nozione di soggetto, che è rimasta sullo sfondo in tanto lavoro teorico, contemporaneo e non.
Il soggetto della psicoanalisi non appare d'improvviso, dice Cahn, armato del suo apparato psichico.Esso è il risultato di un lungo processo di soggettivazione, e l'adolescenza - in quanto riprende, rielabora, modifica le modalità di lavoro psichico - è un momento essenziale di questo processo.Sono le manifestazioni psicopatologiche che si rendono evidenti a quest'età che hanno sollecitato la riflessione teorica a muoversi nei vasti territori delle neo-patologie, che vengono qui ripensate nei termini di "patologie della soggettivazione": patologie nelle quali, come sappiamo, è il registro dell'"agito" che prevale su quello del "pensato", che si tratti sia di condotte agite che coinvolgono la realtà esterna sia di quella particolare realtà esterna che può essere il corpo stesso del soggetto.
I rimaneggiamenti che hanno luogo durante l'adolescenza riguardano da un lato le questioni identitarie e dall'altro l'impatto con le qualità ipereccitanti e minaccianti dell'oggetto.La patologia si sviluppa, seguendo questa prospettiva, nel margine più o meno ampio che si può creare tra una apertura possibile verso l'ignoto e il rimanere nell'identico.Il processo di soggettivazione è dunque più un processo di differenziazione piuttosto che un processo di individuazione-separazione. Esso è caratterizzato dall'esigenza di sviluppo di un pensiero proprio, dall'appropriazione del corpo sessuato, dall'utilizzazione delle capacità creative del soggetto in un percorso "di disalienazione del potere dell'altro".
In termini clinici, Cahn ci fa capire quanto scarsa sia la prognosticabilità di una evoluzione totalmente fallimentare su questo piano, e quanto grande debba essere la nostra capacità di individuare possibilità di ripresa di un processo evolutivo anche a fronte di espressioni psicologiche decisamente gravi.Mi piace qui riportare una frase che ci può fornire uno spaccato dell'atteggiamento di fondo di fronte alla clinica di questo psicoanalista: "troppo spesso si arriva al punto che la cura (analitica) arriva alla constatazione dell'assenza o insufficienza di questa 'funzione soggetto'. Un soggetto che tuttavia si rivelerà a colui che saprà cercarlo tra il ventaglio dei diversi procedimenti ai quali si vede costretta la psiche per dissimulare il suo sprofondamento o la sua subordinazione: la perspicabilità dello psicoanalista consisterà nel ritrovarli dietro a ciò che lo dissimula o lo ha fatto, apparentemente, sparire". Quanto lontani siamo dal nichilismo implicito della prospettiva lacaniana, ma anche dell'assolutizzazione dell'hic et nunc di derivazione kleiniana, e quanto vicini alle questioni sull'"essere" aperte da Winnicott.

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