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Il libro di Harel non è il solito "ricettario" più o meno completo di algoritmi tratti dagli ambiti più vari. Piuttosto si presenta come una vasta introduzione all'argomento. L'approcccio è di tipo didattico, lo stile espositivo è vivace (l'Autore non difetta di "humour"...). Si privilegiano gli aspetti concettuali anche se non si perdono di vista gli aspetti applicativi più importanti e gli sviluppi più recenti del settore. Un testo utile soprattutto a chi voglia avvicinarsi all'argomento pur non in possesso di una preparazione specifica. Tra i temi principali trattati vi sono: metodi di progettazione , correttezza ed efficienza degli algoritmi; problemi intrattabili e limiti dell'approccio algoritmico; modelli computazionali(macchine di Turing, automi, ecc.); parallelismo e concorrenza; algoritmi probabilistici; applicazioni all'intelligenza artificiale. Per chi desideri approfondire i temi trattati si segnala la ricca bibliografia annotata che completa il volume. Dispiace concludere con una nota dolente ma la traduzione è davvero sciatta: refusi ed errori quasi in ogni pagina; termini tradotti in modo approssimativo, ad es. "silicone" al posto di silicio (sylicon?), "processamento" al posto di elaborazione (processing?). Non manca l'uso disinvolto di termini non tradotti: ad esempio l'uso del termine "feature" al posto di equivalenti termini italiani (caratteristica, funzione, ecc.) Spesso si tratta, a mio parere,di un vezzo, una concessione al "gergo informatico" non del tutto giustificata. Ormai è quasi una prassi che l'edizione italiana dei testi di informatica (ed in generale delle discipline tecnico-scientifiche) sia di livello medio-basso. Non si tratta certo di una "feature" gradevole, soprattutto in considerazione del fatto che i principali destinatari sono gli studenti universitari (o forse proprio per questo? Non gettiamo le perle ai porci?). Per favore un po' di rispetto per la Lingua e per i Lettori.
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