L’algoritmo è una sequenza finita e ordinata di istruzioni concepita per risolvere un problema o eseguire un compito in modo sistematico. Il termine deriva dal nome del matematico persiano al-Khwarizmi, attivo nel IX secolo, le cui opere introdussero in Europa le basi del calcolo algebrico. Nella sua accezione moderna, un algoritmo può essere espresso in linguaggio matematico, logico o informatico, e costituisce il cuore di ogni processo automatizzato: dai motori di ricerca alle reti sociali, dai sistemi di intelligenza artificiale alla gestione finanziaria. L’algoritmo traduce in forma operativa una decisione o una logica di calcolo, trasformando l’informazione in azione.
I temi centrali legati agli algoritmi riguardano la trasparenza, la neutralità e il potere dei dati. Nati come strumenti matematici neutri, gli algoritmi sono oggi meccanismi sociali e politici, capaci di orientare preferenze, comportamenti e flussi economici. Gli algoritmi di raccomandazione definiscono cosa vediamo online; quelli predittivi influenzano decisioni in ambiti come la giustizia, la sanità o il credito. Ne deriva il dibattito sull’opacità algoritmica, cioè sull’incapacità degli utenti di comprendere le logiche che determinano i risultati, e sulla necessità di un’etica dell’automazione, che bilanci efficienza e responsabilità.
La storia dell’algoritmo attraversa la matematica, la logica e l’informatica. Dalle procedure numeriche di al-Khwarizmi e Fibonacci ai teoremi di Alan Turing, che formalizzarono il concetto di calcolabilità, fino agli algoritmi di apprendimento automatico dell’intelligenza artificiale contemporanea, la nozione si è progressivamente ampliata.