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Anno edizione: 2008
Anno edizione: 2019
(scheda pubblicata per l'edizione del 1988)
scheda di Castelnuovo, G., L'Indice 1988, n. 8
Gli undici articoli qui riuniti sono dedicati ai mutevoli rapporti che si instaurarono nell'Alto Medioevo tra cultura e dieta alimentare. Da un lato l'autore esamina dal punto di vista della storia materiale (e specificamente agraria) gli effetti della contaminazione medievale tra la civiltà mediterraneo-romana e quella continentale-germanica. La prima è basata su un sistema di produzione cerealicolo e di arboricoltura con indubbi risvolti commerciali, l'altra si fonda sull'allevamento e la caccia. Nel passaggio dall'antichità al Medioevo si crea un modello di consumo più diversificato in cui sia la carne (soprattutto quella di maiale) sia il pane, il vino o l'olio si trovano a formare la base plurima dell'alimentazione europea. D'altra parte Montanari fa risaltare la componente "di civiltà" intrinseca a ogni regime alimentare: così, per l'Italia anche nelle differenze tra dieta padana e dieta mediterranea, si manifesta il contrasto culturale tra area longobarda e area bizantina; la diffusione della coltura della vite e dell'olivo si collega all'uso ecclesiastico e liturgico del vino e dell'olio, la dieta monastica, con la sua più o meno rigida esclusione della carne, è spiegata sia dalle radici culturali mediterranee del movimento ascetico, sia dal valore simbolico attribuito alla "carne", termine ambiguo che rimanda tanto alla gola quanto alla lussuria. Tutti i saggi, anche i più specifici come quelli sui mercanti di Comacchio dell'VIII secolo, su Cervia e le sue saline, sul regime alimentare ligure o su una controversia del 1198 tra vescovo e capitolo imolesi, sono percorsi da questi e da altri spunti: ne risulta una luce diffusa sul mondo del cibo, i suoi linguaggi e i suoi legami con le gerarchie sociali e spirituali.
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