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All'inferno fa freddo. Racconti dal carcere
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All'inferno fa freddo. Racconti dal carcere - copertina
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All'inferno fa freddo. Racconti dal carcere

Descrizione



Non la libertà, quella che manda i passi oltre soglie e confini, piuttosto la liberazione: come conquista e consegna di un bene di cui niente e nessuno può privare. Dare chiarezza e durata alle parole, raccontare quel che si è visto e inteso, anche solo quel che l'immaginazione ha sciolto e avviato.

"All'Inferno fa freddo. Racconti dal carcere" è un romanzo corale dove gli autori coincidono con i protagonisti delle tante storie che in comune hanno solo il luogo dove a turno si muovono: l'inferno. Il girone è quello dei condannati. Uomini e donne che provengono da mondi diversi, a volte molto lontani. Carcerati che narrano squarci di vite consumate nel freddo di una cella, la melma prima di finire dentro, il sogno di un riscatto. Nessuna retorica, né autocommiserazione. Piuttosto, parole taglienti che non risparmiano al lettore la violenza e l'asprezza della prigionia, di vicende criminali. Ma anche di destini dannatamente crudeli, come quelli di alcuni adolescenti, giovani fiori del male. Il camorrista, la prostituta, il rapinatore, lo spacciatore, l'assassino, il sequestratore, il tossico, il violento, il ladro, il terrorista, il ricattatore... E poi il profugo in balia degli scafisti, l'imprenditore fallito che cambia pelle, l'abusato che diverrà colui che abusa. C'è chi non ce l'ha fatta, chi è diventato pazzo, chi più cattivo di quando era entrato. Per qualcuno, il carcere è diventato una casa, oppure luogo di espiazione. E c'è anche chi ha riassaporato la libertà e, come colto da capogiro, è ricaduto all'inferno. Ma un giorno, "la neve che non ti aspetti" può farti vivere anche dietro a quelle sbarre una giornata insolita. Venticinque grandi scrittori ed artisti introducono, ciascuno, ogni storia...
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Dettagli

2015
10 novembre 2015
368 p., Brossura
9788839716590
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Indice


L'intervista all'autrice a cura di Wuz

Come nasce l’idea della realizzazione di Racconti dal carcere e perché è intitolato a Goliarda Sapienza? Qual è stato per lei il valore simbolico di questa scrittrice?

L’ispirazione primaria è la storia di Goliarda Sapienza che ha vissuto un’esperienza nel carcere femminile di Rebibbia a seguito di un piccolo reato da lei commesso; da quest’esperienza Goliarda ha tratto ispirazione per scrivere il romanzo breve L’università di Rebibbia, che per lei ha rappresentato la prima opportunità di poter pubblicare il proprio libro, dato che prima di quel momento nessun editore l’aveva mai tenuta in considerazione. Così ho pensato di trasferire a tutte le persone che stanno in carcere quest'opportunità di esprimersi e di portare all’esterno la loro voce anche grazie alla parola scritta, che rimane, e che serve a dare consapevolezza a quello che si scrive. Mettere nero su bianco permette di avere più cognizione su quello che si scrive, aiuta a riflettere sul proprio percorso. Io ritengo che questo vada in direzione di quanto sancito dall’Articolo 27 della Costituzione, che vuole non soltanto che il condannato sia all’interno di un carcere per espiare una colpa, ma anche per fare un percorso di rieducazione che può avvenire attraverso un lavoro, e anche attraverso un lavoro intellettuale.

C’è una risposta da parte del pubblico italiano o il concorso tende a rimanere all’interno di un contesto “isolato”?

Sempre di più c’è risposta dall’esterno. Questo è stato aiutato dalla pubblicazione dei racconti finalisti, che sono arrivati a un pubblico più ampio, e dai social network, che hanno ampliato la risposta del largo pubblico. Anche gli scrittori-tutor, con la loro attività esterna, diffondono certi temi, così come le presentazioni che abbiamo organizzato all’interno delle scuole. E devo dire che soprattutto gli adolescenti sono sensibili a queste tematiche...

Ci sono tematiche ricorrenti nelle scritture dei concorrenti?

Sì, visto che sono scritture d’ispirazione autobiografica. Ricorrente il tema dell’immigrazione, dei viaggi sui barconi e delle problematiche che si presentano sul territorio italiano: la mancanza di lavoro e l'avvicinamento alla criminalità organizzata; il tema della droga, della criminalità organizzata (mafia, camorra, un po' meno la ‘ndrangheta che si espone in minor grado a raccontare di sé) e gli omicidi, anche se meno, probabilmente perché implicano una sofferenza maggiore. Una cosa che ho rilevato, al di là delle persone che crescono in ambienti criminali, è che molti casi sono accomunati dall’assenza della figura paterna, soprattutto per i ragazzini, o perché è venuta a mancare, o perché sono stati abbandonati da un punto di vista affettivo. Questa mancanza è uno dei motivi scatenanti di una forma di disagio che porta anche i ragazzini di ambienti "borghesi" a deviare in uno sbandamento. Poi ci sono le violenze subite dai minori sotto varie forme, sia sessuali che psicologiche, che emergono anche negli adulti, e il fatto che queste persone siano per niente - o quasi- scolarizzate. La mancanza di cultura sta alla base del crimine; per avere dentro di sé ben insediata la cultura della legalità bisogna avere una forma di cultura più ampia che parta da prima, dalla scuola ecc. Questo concorso ha anche l’obiettivo di avvicinare la scrittura e la lettura alle persone perché lo riteniamo il primo passo per avvicinarle alla cultura della legalità.


Sommario

Introduzione di Antonella Bolelli Ferrara
Prefazione di Filippo Sugar

Biagio Crisafulli, Diario di una lunga morte - Introduzione di Luca Argentero
Stefano Lemma, Giulia - Introduzione di Andrea Purgatori
Franco Pezzino, Benvenuti all'asinara! - Introduzione di Giancarlo De Cataldo
Salvatore Ventura, La neve che non ti aspetti - Introduzione di Erri De Luca
Ivan Gallo, Nelle scarpe dell'altro - Introduzione di Marco Buticchi
Alessandra Rosa, La storia di Ele - Introduzione di Silvana Mazzocchi
Federica Marsi, Le lacrime dell'alfabeto - Introduzione di Pino Corrias
Salvatore Torre, Quei soggiorni alla cella 9 - Introduzione di Salvo Sottile
Adam Hasan, Sognando l'Inghilterra - Introduzione di Maurizio De Giovanni
Samir Missori, Con gli occhi di un bambino - Introduzione di Emilia Costantini
Francesco Fusano, Fourteen - Introduzione di Gloria Satta
Giampaolo Contini, Indifferenza - Introduzione di Antonio Pascale
Cosimo Rega, I prigionieri non vanno in pensione - Introduzione di Andrea Vianello
Milorad Stijepovic, (Io sono) la mia terra - Introduzione di Marco Franzelli
Giuseppe Fontana, Sono un delinquente - Introduzione di Federico Moccia
Michele Maggio, La lunga strada verso casa - Introduzione di Massimo Lugli
Mica Dolic, L'unica distanza non sono i chilometri - Introduzione di Cinzia Tani
Nazareno Caporali, Non è stato vano - Introduzione di Fiamma Satta
Giuseppe Rampello, Il tempo siamo noi - Introduzione di Carlo Maria Grillo
Sebastiano Prino, L'ottavo sacramento - Introduzione di Roberto Riccardi

Racconti finalisti sezione Minori e giovani adulti

Amabile Raffaele, Contro di me. Mosaico incompiuto di una vita difficile - Introduzione di Walter Veltroni
Unknown, Double Face - Introduzione di Alessandro D'Alatri
Giulio, Vivo o morto - Introduzione di Eraldo Affinati
Coccinella, La mia strada - Introduzione di Paolo Di Paolo
Fabrizio, Una famiglia quasi perfetta - Introduzione di Luca Zingaretti

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