L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Prezzo minimo ultimi 30 giorni: 8,50 €
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2016
Ancora una volta la grande autrice francese intesse una prodigiosa corrispondenza di sensi tra vivi e morti, scolpendo in una scrittura perfetta la storia di una relazione fragile, preziosa e irrimediabile come ogni esistenza umana.
«In queste pagine davvero splendide, temprate nel coraggio, Annie Ernaux esprime a pieno il suo inimitabile talento.» - Le Monde
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Si può scrivere una lettera ad un ombra? A quell' altra figlia defunta eppure vivissima in quei silenzi pieni di significato che hanno caratterizzato l' infanzia dell' autrice? Annie Ernaux ci prova, in questo libretto che tiene insieme le emozioni contrastanti, e perciò così vere, verso quella sorella Ginette conosciuta solo attraverso poche fotografie in bianco e nero. Una lettera che è un pugno nello stomaco, un viaggio negli abissi della memoria e della coscienza.
Opera minore dell'autrice francese, premio Nobel per la letteratura 2022. Lettura interessante, che consiglio, ma non come primo approccio all'autrice, perché resta un po' appesa, come se la scrittura degli eventi non fosse totalmente compiuta. In questo testo davvero breve, Ernaux parla della sorella maggiore, morta prima che lei nascesse e di cui i genitori non le hanno mai parlato. La scrittura dell'autrice sa essere toccante. Viene anche citato IL POSTO, opera scritta in precedenza a questa, che è anche una delle sue più lette, insieme a L'EVENTO.
Lettura molto interessante, breve e scorrevole ma che fa riflettere. Veramente consigliato!
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Vive quasi senza trama questo romanzo, oppure, al contrario, è la trama più impavida: quella che intesse un ordito assente e rintraccia le voci nel tempo non per suoni, ma per risonanze. È il 27 agosto 1950 quando la piccola Annie, origliando una conversazione della madre, scopre di non essere figlia unica.
C’è stata un’altra prima di lei, una bambina “più buona”, scrive Ernaux, ricordando a sessant’anni di distanza l’eco esatta di quelle parole: “morta come una piccola santa”. Ma L’altra figlia non inizia dalle parole, inizia da “una foto color seppia, ovale, incollata...” su una descrizione obiettiva, su un supporto statico, bidimensionale, come statica e bidimensionale, negazione stessa delle parole – “anti-linguaggio” – è l’esistenza-assenza di una sorella sconosciuta.
“Tu non sei mia sorella,”chiarisce Ernaux, “non lo sei mai stata”. Non vi è infatti alcun amorevole tentativo di recupero, di riesumazione, né da parte di Annie bambina – che, anzi, accondiscende volentieri al silenzio dei genitori –, né da parte di Annie adulta, di Annie madre, di Annie scrittrice. Il centro del libro del resto non è quella vita mancata. Una bambina morta non cresce, non sbaglia, non finge neppure, perché non ha bisogno di sentirsi legittimata a esistere.
È Annie, invece, che crescerà come la sopravvissuta, la sostituta iconoclasta, la “saputella, insolente (...), pestifera”; Annie che fingerà tacendo – e poi scrivendo – per essere amata. La morte esclude chi resta dal Parnaso della perfezione, e chi scompare, invece, lo esclude dall’errore, lo ferma in una foto, in una posa, in “parole che non sono mai cambiate”.
Con un nitore linguistico, cui la traduzione non viene meno, e un’acutezza talvolta spiazzante, la sfida di Ernaux è quella di farsi ponte-dialogo fra generazioni. (…) “Soltanto oggi mi pongo una domanda, − scrive Ernaux tornando ai propri genitori, al tabù sulla primogenita − Perché non dir loro che sapevo? Gli interrogativi ritardati, intimi o collettivi che siano, rive- lano solo che era impossibile porsi prima quella stessa domanda. Negli anni Cinquanta (...) era proibito interpellare i genitori, o gli adulti in generale, su ciò che non volevano che sapessimo ma che in realtà sapevamo già.”
E io mi domando se quegli anni non dicano ancora qualcosa di questi; se quei bambini senza risposte siano ora adulti in cerca di nomi – parole che assegnino un posto, un bordo, un ruolo: che giustifichino. Mi domando se siamo proprio noi lettori, e non l’invisibile Ginette, i destinatari indiretti, illegittimi, eppure prediletti, di questa lettera parlante.
Recensione di Martina Renata Prosperi
L'articolo è stato aggiunto al carrello
Le schede prodotto sono aggiornate in conformità al Regolamento UE 988/2023. Laddove ci fossero taluni dati non disponibili per ragioni indipendenti da IBS, vi informiamo che stiamo compiendo ogni ragionevole sforzo per inserirli. Vi invitiamo a controllare periodicamente il sito www.ibs.it per eventuali novità e aggiornamenti.
Per le vendite di prodotti da terze parti, ciascun venditore si assume la piena e diretta responsabilità per la commercializzazione del prodotto e per la sua conformità al Regolamento UE 988/2023, nonché alle normative nazionali ed europee vigenti.
Per informazioni sulla sicurezza dei prodotti, contattare complianceDSA@feltrinelli.it
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore