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Nel complesso sufficiente. Peccato che sia una storia vera.
Misto di finzione e realtà, la pellicola mescola i piani narrando di un furto malriuscito portato a termine da un gruppo di studenti universitari nel 2004. L'impresa di rubare preziosi manoscritti antichi per poi rivenderli sul mercato nero dell'arte, benché studiata nel dettaglio, si scontra con imprevisti, sensi di colpa e generale improvvisazione. Il regista alterna le interviste ai reali protagonisti dell'evento con la narrazione attraverso gli attori, facendo riflettere sul concetto di verità, ricostruzione e alterazione della fattualità.
Quattro uomini anziani a metà di una mattina qualunque entrano nella biblioteca di un college del Kentucky, s’impossessano di alcuni libri preziosi e fuggono. Quella che a prima vista pare la scena di un film d’azione, tra le mani del regista Bart Layton, che a sei anni di distanza da “L’impostore”, finto documentario sulla scomparsa di un tredicenne e sul suo ritorno a casa, diventa un nuovo tassello per raccontare in modo differente la storia di una delle più strane, ma reali, rapine del secolo. Alternando la presenza in scena di attori e reali protagonisti, ingaggiati nel ruolo di voci e di presenze narranti, Layton narra le decisioni che spinsero quattro studenti del medesimo college, apparentemente irreprensibili, al solito di buona famiglia e dall’aspetto quasi del tutto insignificante, di prendere la decisione di sottrarre libri d’arte raffiguranti animali del nuovo continente e dal valore di molti milioni di dollari. I quattro, portati sullo schermo da attori che per fattezze sono molto somiglianti agli originali, e fra i quali spiccano Evan Peters e Barry Keoghan, visti anche in blockbuster recenti fra i quali la serie tv “American horror story” e “Dunkirk”, di Christopher Nolan, confessano fin dalle prime scene il desiderio nemmeno troppo recondito di dare una svolta a vite che paiono trascorrere all’interno di una bolla, al punto di decidere di sfruttare le loro conoscenze cinematografiche e le veloci ricerche su Internet per portare a segno il loro colpo del secolo’, non per vera necessità economica ma per il semplice gusto del brivido e nonostante le controindicazioni e difficoltà che progressivamente gli si pareranno contro materializzandosi causa ingenuità e inesperienza. Pellicola che si sorseggia in maniera non certo anonima, imbevuta di molte citazioni cinematografiche frutto delle numerose ricerche necessarie alla riuscita della rapina, decisamente certosino il montaggio finale.
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