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Un romanzo cantabile come una canzone.
«In questa canzone in forma di romanzo nell'arco di un giorno rivive una vita intera» – Concita De Gregorio, la Repubblica
«È notte, ci sono due sposi.» Inizia così, dalla notte, il racconto della giornata di uno sposo, che ventiquattr'ore ripercorre i suoi amori, tenendo però sempre fermo – come punto di partenza e di arrivo – l'ultimo, quello incontrato in età matura. È alla sua sposa che la sera racconta un "fatterello", e a lei piace che quel fatterello riguardi uno dei suoi amori passati. Quando si fa mattino, la sposa esce di casa per andare a insegnare e lui, rimasto solo, non smette di ricordare e di chiedersi: «Dove ho imparato a dire ti amo?». Riemergono dal passato gli altri amori. È attraverso di loro che lo sposo ripercorre il suo lungo «allenamento a dire ti amo ti amo ti amo» in questa giornata che sembra qualunque, e si scopre invece particolare.
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I protagonisti della storia sono lo sposo e la sposa. La voce narrante è quella della sposo e il racconto può essere visto come la storia dell'evoluzione del modo di amare dello sposo. Lo sposo nel corso della sua vita ha dovuto imparare cosa vuol dire amare e ogni amore è stato diverso a seconda dell'età dello sposo. L'amore maturo, quello dello sposo per la sua sposa, è un amore necessario, essenziale, come il pane e l'acqua per la vita. L'amore, per lo sposo, è prendersi cura, è servire nel quotidiano, è nutrire, è donare. La storia è semplice, ma è il modo in cui è raccontata che rapisce, è poesia. Il linguaggio che usa Maggiani non è banale, è ricercato ma senza forzature. Leggere i suoi libri è fare un viaggio nella lingua italiana e nella storia.
Il mio debole per la scrittura e il modo di esprimersi di Maggiani mi rende di parte, ma in questa sua storia, che l'accomuna all'Ulisse di Joyce per l'arco temporale di circa 24 ore, ho sentito fortissimo questo amore fra gli sposi protagonisti. Di essi non si conosce il nome, ma si sa che si sono incontrati quando la vita aveva dato loro già abbastanza tempo per amori ed esperienze passate. Emerge forte e chiaro il messaggio che tutto quello che di bello abbiamo vissuto nella vita rimane con noi, è quello che siamo, è andato ma non manca. Resta per essere donato dallo sposo sotto forma di "fatterello" alla sua sposa. Mi sono affezionata ad ognuna delle sue donne passate, di cui è rimasto il buono e la specificità che le caratterizzava che hanno fatto innamorare il protagonista. Ogni donna della sua vita ha avuto la sua preziosa parte. Leggere di una persona che fa degli amori passati una serie di racconti per la sua amata, mostra un individuo che ha fatto pace col suo passato, è parte di lui e lo arricchisce, non lo vive con amarezza, o come un segreto o un rimpianto che rende una ferita ancora aperta e contemporaneamente non si sente il minimo accenno di superficialità e distacco . Il palesarsi di un amore maturo di un'intensità potente e commovente. Chiudo con una citazione particolarmente cara: "ciò che ne fa una coppia intimamente feconda è che si sono fatti figli l'uno dell'altra, e padri e madri, e vicendevolmente si accudiscono, si educano e si crescono".
Maggiani parla della vita, con i dolori e le gioie, i successi e i fallimenti, le speranze e le delusioni. Parla d'amore, di amori: l'amore tra adolescenti, tra genitori e figli, tra uomo e donna, tra amici, compagni di partito, amore per la natura, per gli animali. Parla di ricordi, ricordi di gioventù, di anni di lotta e di ideali, di amori passati, di persone che non ci sono più e che, grazie ai ricordi, continuano a vivere. Canta l'amore per la vita. Parla con malinconica dolcezza, con struggente semplicità, con sensibilità e purezza di luoghi, fatti, mestieri, amori, politica. "Provare a spiegare l'anarchia non era tanto diverso dall'aver provato a dire ti amo alla Padoan, tale e quale a provare a dire ti amo alla Mari". Che tenerezza ritrovare la vecchia e familiare sensazione che amore, amicizia, ardore, ideali, fossero allo stesso modo, capaci di far sentire vivi, in quello che era "un tempo che tutto era sospeso e in attesa" ed in cui eravamo ancora capaci di "credere fino in fondo, puri e schietti, privi delle delusioni che poi ci avrebbero assalito...". È il racconto di una vita, quella di un "figlio del popolo" vissuta a pieno, lealmente, semplicemente, fino agli anni della maturità, quegli anni in cui si ama "il tempo equinoziale, quei giorni di pari e patta tra la notte e il giorno nel mutare delle stagioni con la luce viva ma delicata e lo scuro che si stende sulla luce senza prepotenza". Gli anni in cui si conosce "il pericolo mortale in agguato dei gesti definitivi". Fino all'ultimo amore. "Sono arrivato fin qui, sano e salvo[...]addio dopo addio, all'amore finale. Ma quanto dolore amata mia per arrivare fin qui [...]E quanta gioia, quanta allegria e quanti decenni di sconsideratezza, quanti peccati veniali e quanti di quelli capitali..." "E io sono qui[...]dopo tutta questa strada e tutti gli addii, perché di tutto quello che sono stato, che si è palesato e se n'è andato, niente è venuto a mancare."
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