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L'amore paziente - Anne Tyler - copertina
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amore paziente

Descrizione


Jeremy è sulla soglia dei quarant'anni, è un artista e gode anche di un certo successo, ha qualche allievo occasionale e vende le sue opere, ma vive in un mondo tutto suo, ovattato, protetto dall'anziana madre, che per vivere trasforma la sua casa in una sorta di pensione. Quando la madre muore, per un momento sembra che qualcosa possa cambiare nella sua vita, ma tutto continua esattamente come prima. Jeremy continua a vivere con la testa fra le nuvole, a dedicare qualche minuto al resto della sua vita. Affitta le numerose stanze della grande casa a persone sole, pensionati, studenti, che si mescolano formando uno strano gruppo omogeneo.
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Dettagli

2
2005
Tascabile
10 marzo 2005
269 p., Brossura
9788882468149
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Indice


Le prime frasi

1
Autunno 1960: Amanda

Mio fratello Jeremy era uno scapolo di trentott'anni che non era mai andato via di casa. Da tempo ormai avevamo rinunciato ad aspettarci molto da lui, ma era l'ultimo uomo della nostra famiglia e pensavamo che al momento del bisogno si sarebbe rimboccato le maniche e assunta qualche responsabilità. Invece no. Telefonò a me e mia sorella a Richmond, dove viviamo insieme in un piccolo appartamento. Se la memoria non mi tradisce, quella fu la prima volta della sua vita che ci chiamò; incredibile, no? Di solito telefonavamo alla mamma la domenica sera, quando costava meno, e lei ci passava Jeremy per un saluto. E in effetti lui non ci diceva molto più che: «Ciao» e «Bene, grazie» e poi, dopo una lunga pausa, concludeva con: «Be', allora ciao». Così quella sera, quando sentii la sua voce, per un attimo faticai a riconoscerlo. «Amanda?» disse, e io: «Sì? Chi parla?»
«Volevo dirti di mami» rispose Jeremy.
Lui la chiamava ancora così: mami. Laura e io da adulte avevamo preso un certo distacco.
«C'è qualcosa che non va, Jeremy?» chiesi.
«Mami è morta.»
E io dissi: «Oh, santo cielo!»
Poi Laura e io dovemmo organizzare tutto con una serie di telefonate interurbane: chiamare il medico per il certificato di morte, rintracciare il prete, aiutare Jeremy a scegliere un impresa di pompe funebri. (Scoprimmo che non aveva mai imparato a usare le pagine gialle.) Il giorno dopo ci toccò prendere un treno per Baltimora e trovare un taxi che ci portasse dalla stazione a casa. A Jeremy non passò nemmeno per l'anticamera del cervello che in un momento come quello ci potesse far piacere che venisse a prenderci.
Del resto, con che mezzo sarebbe venuto a prenderci? Non sapeva guidare. Ma certi uomini sanno gestire una situazione anche arrivando in autobus, tornando a casa con un altro autobus, assicurandosi che le sue sorelle abbiano posto a sedere e badando alle loro valige. Jeremy no. Laura e io arrivammo alla stazione un freddo e piovoso mezzogiorno di novembre, senza trovare nessuno che conoscessimo, non un facchino, nemmeno un taxi in attesa. Ci toccò sederci sulle nostre valige tremando, con i cappelli coperti dai cappucci di nylon per la pioggia. «Oh, Amanda» disse Laura, «mi sa che il tuo raffreddore si trasformerà in una bella bronchite.» Perché ero anche ammalata da due settimane, e mi ero trascinata a scuola a stento, non fidandomi dei supplenti. Non avrei nemmeno dovuto uscire. E ora Laura aveva tutta l'aria di essere sul punto di ammalarsi anche lei. Continuava a piegare e ripiegare un fazzoletto a fiori, ci soffiava dentro e poi si asciugava la punta del naso. Si era messa il completo bordeaux, che in teoria avrebbe dovuto farla sembrare un po' più magra, ma solo in teoria. I bottoni del suo cappotto si chiudevano a stento. Io avevo il cappotto buono di lana nero, con i bottoni di strass e il colletto di scoiattolo e il cappello dello stesso grigio dei miei capelli. Ma avrei potuto risparmiarmelo. Tanto il cappuccio di nylon e le galosce rovinavano l'effetto. Possibile che Jeremy non fosse nemmeno in grado di chiamare un taxi e mandarlo alla stazione ad aspettarci?
Quando finalmente ne trovammo uno, sulle prime non riuscimmo a metterci d'accordo su dove farci portare. Laura voleva che andassimo dritto all'impresa di pompe funebri. Era sempre stata più affezionata di me alla mamma e si era commossa molto di più alla notizia della sua morte; era rimasta alzata gran parte della notte prima a piangere e lamentarsi. Be', certo anche per me era stato uno shock, ma io sono la più vecchia — ho quarantasei anni, anche se dicono che non li dimostro — e sono sempre stata la più concreta. Le dissi che dovevamo prima passare a lasciare le valige. E che certamente Jeremy era già all'impresa a predisporre tutto. Almeno quello era in grado di farlo, no? Laura disse: « Mah, non saprei, Amanda ». Così alla fine le promisi che saremmo andate alle pompe funebri, ma solo dopo essere passate da casa a lasciare le valige e capire dove fosse Jeremy. Il tassista chiese: « Possiamo andare, adesso? » Un tipo insolente. Ma almeno nel traffico stette zitto. Detesto quei tassisti che continuano a parlare in quel loro modo duro e si sentono autorizzati a dire come la pensano sulla politica e sui costo della vita e sulla criminalità e su altri argomenti di cui non mi importa nulla.

Valutazioni e recensioni

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rita
Recensioni: 2/5

Triste e deludente, non mi ha colpita ne entusiasmata. Peccato, dalla Tyler speravo in qualcosa di avvincente.

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Towandaaa
Recensioni: 4/5

E’ una storia costruita tramite il racconto a più voci: i personaggi vengono fuori poco a poco, e ad ogni nuovo capitolo si assiste ad un cambio di prospettiva non solo formale, per il mutamento della voce narrante, ma anche sostanziale, per la nuova luce che le considerazioni di uno dei personaggi getta sugli altri. Ma il sommarsi di questa molteplicità di voci, lungi dall’offrire un risultato corale, tratteggia semmai una storia segnata da una pluralità di solitudini e incomprensioni: meccanismi di azione e reazione dettati talvolta dalla mancanza di carattere o di possibilità, da guizzi di orgoglio, da scelte sbagliate, ma soprattutto dall’impossibilità di una comprensione reciproca a causa della quale tutti i protagonisti agiscono cercando di misurarsi con il sentire ed il giudizio degli altri finendo poi per risentire conseguenze negative sia morali che materiali.

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Umberto Mottola
Recensioni: 4/5

L'autrice è molto brava a rappresentare il personaggio di Jeremy Pauling, che se ne sta tutto il tempo chiuso in una stanza a creare strane opere d'arte, che però il suo amico Brian vende nella sua galleria. Jeremy è un personaggio borderline che si dimentica di sposare Mary Tell a cui pur vuol bene, e da cui ha avuto più figli. Jeremy non riesce a conciliare il lavoro di artista con la cura della moglie e dei bambini, e Mary lo molla. Se ne va a vivere in una baracca fatiscente vicino al fiume con i bambini, e questo la rende ancora più "pazza" di Jeremy; un'assistente sociale, che però nel romanzo non c'è, le avrebbe tolto i bambini. Le incomprensioni distruggono definitivamente il rapporto tra Jeremy e Mary. E' senz'altro un romanzo avvincente, molto "americano", anche se a volte sembra un romanzo rosa.

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La recensione di IBS


«La gente si rendeva conto di quanto i suoi figli lo sorprendessero di continuo? Non li capiva. Non poteva fare altro che guardarli, berseli con uno stupore talmente muto a bocca aperta, da venire accusato di essere assente. Anche Mary guardava, ma per motivi diversi. Lei badava al pericolo, ai germi e ai litigi; era la loro guardia armata. Jeremy li registrava nella memoria, si preparava a un momento, in un futuro lontano, in cui avrebbe potuto sedersi e cercare finalmente di capirli».

Nei romanzi di Ann Tyler, la normalità è un optional. L'affascinante attrattiva dei suoi protagonisti è di avere un rapporto tanto fragile con la realtà, da essere sempre pronti a cercare imprevedibili vie di fuga. Dal suo primo romanzo di grande successo, Il turista involontario (da cui fu tratto il film Turista per caso con William Hart), fino ai più recenti Le storie degli altri e Quando eravamo grandi, l'autrice americana si è costruita un'inattaccabile fama letteraria creando, con la sua particolarissima sensibilità e con penetrante intelligenza, delle vite "sbagliate" di persone che si scoprono inadatte all'ambiente e al contesto assegnato loro dalle circostanze, e coraggiosamente, con maggiore o minor fortuna, tentano di cambiare la loro sorte, affrontandone le drammatiche conseguenze.
Nel libro L'amore paziente è lo scultore Jeremy, quarantenne agorafobico che vive disancorato dalla realtà nella sua casa, dove dei vecchi affittuari si occupano per lui dei riti della sopravvivenza quotidiana, ad affrontare un radicale cambiamento: per amore di Mary, una nuova inquilina, fuggita dal marito con la figlia bambina, rinuncerà alla sua solitudine di sognatore per impostare una vita di coppia coronata dalla nascita di molti figli. Ma l'impatto con la concretezza, con la responsabilità dei gesti necessari alla vita quotidiana si rivelerà alla fine corrosivo per il suo difficile equilibrio. È un romanzo a più voci, che alternando i punti di vista non solo dei due protagonisti, ma anche degli inquilini, e delle sorelle di Jeremy, diventa metafora della dinamica psicologica tra interiorità e mondo esterno, tra pluralità e individualità, alla ricerca di un'identità vagheggiata ma irraggiungibile.

A cura di Wuz.it

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Conosci l'autore

Anne Tyler

1941, Minneapolis

È una scrittrice statunitense, vincitrice del Premio Pulitzer per la narrativa; si è laureata presso la Duke University all'età di diciannove anni, perfezionando poi i propri studi di lingua e letteratura russa alla Columbia University di New York. Ha lavorato come bibliotecaria e bibliografa prima di trasferirsi nel Maryland.È membro della American Academy of Arts and Letters. Tra i suoi libri: Turista per caso (National Book Critics Circle Award), Ristorante Nostalgia, Lezioni di respiro (premio Pulitzer), Possessi terreni, Quasi un santo, Per puro caso, La moglie dell’attore, Il tuo posto è vuoto, Se mai verrà il mattino, Le storie degli altri, Quando eravamo grandi, L’amore paziente, Un matrimonio da dilettanti, Una donna diversa,...

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