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Anno edizione: 2006
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Sulle etichette da affibbiare alla musica dei Mars Volta il dibattito infuria fin dall'esordio di "De-loused in the comatorium" (2003): progressive, post-rock, psichedelia, fusion? Se ne sentono di ogni tipo, ma l'unica cosa certa è che non c'è oggi un'altra band con il potenziale sonoro e la personalità debordante di questi "latinos" trapiantati negli Stati Uniti, capaci di attingere alle più diverse suggestioni, e non solo musicali.(...) Rispetto a "Frances the mute", ultimo disco di studio, gli otto episodi che compongono "Amputechture" tengono sicuramente botta, senza arretrare di un centimetro, eppure dopo la sbornia del primo ascolto, sembra di intravedere qua e là una maggiore disponibilità alla melodia, che permette di far emergere meglio l'anima variegata del gruppo. Un'anima viscerale e iperrealista, con liriche imbottite di slang e simbologie di strada, neologismi arditi e tortuose metafore intrise di uno stravolto espressionismo di non facile lettura, eppure affascinante e aperto a ogni interpretazione. (...)Maestri dell'ambiguità, perchè consapevoli che la realtà "è" ambigua, i Mars Volta possono dunque lasciare il segno con la vischiosa psichedelia di "Vicarious atonement", posto in apertura del disco, e poi stordire con il rock abrasivo di "Tetragrammaton" e "Meccamputechture", potenti manifesti di musica inafferrabile, sanguigna e camaleontica, dove la voce esasperata di Bixler Zavala cattura efficacemente il pluralismo emotivo che è la vera cifra della band.(...) Certo, se il termine "progressive" ha ancora il senso originario di musica eternamente "in progress", ai Mars Volta si attaglia come un guanto, ma chi odia certe etichette troverà comunque pane per i suoi denti. Le formule critiche passano, ma i grandi dischi restano. [dal mio sito "AltreMuse"]
settembre 2006, amputechture, tmv. finalmente il nuovo album per i fan sfegatati dei tmv. solo per i fan sfegatati, qualcuno potrebbe azzardare dopo l'ascolto di quest'ultima opera. ormai lontani dall'esordio con de-loused in the comatorium i tmv ritornano con un insieme di pezzi che faranno delirare i fan pre-conquistati dai precedenti album. si, perchè quest' album si propone come un regalo per coloro che già adorano le follie prog-psichedeliche dei tmv, di difficile ascolto per i neofiti. abbandonato il commerciale rubin, i tmv si sono buttati in un album fatto come esattamente volevano loro, anche se il distacco col batterista non ha influito positivamente sull'incisione. ottimo album per tutti coloro che adorano i tmv e quelle band che vogliono far musica per divertirsi e non per arricchirsi... certamente per tutti coloro che impazziscono per afi, negramaro e co. è sconsigliato, dato che per i tmv la musica non è un prodotto da supermercato, e i tmv non solo la pensano in questa maniera, ma attuano anche le loro idee.... quasi rivoluzionari
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