L' angelo necessario
- EAN: 9788845908828
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03/08/2020 05:30:13
indagare sull'icona dell'angelo significa cercare un tramite di contatto tra assoluto e relativo, tra tempo ed eterno, questo il saggio lo chiarisce richiamando appunto il tema dell'angelo nella cultura filosofica ed umanistica di otto-novecento con argomenti di interesse
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15/05/2020 20:37:56
Tutt'altro che semplice. Ma indispensabile per capire Rilke, Klee, Licini e non solo... Necessari perché immagine alata di un desiderio, simbolo di un possibile contatto tra le cose del mondo e l'assoluto, tra visibile e invisibile, tra finito e infinito. Messaggeri fugaci tra gli umani e i loro dei indifferenti. Dopo aver penetrato l'ostinata cortina del linguaggio del filosofo veneziano, si scoprono isole di pensiero fecondo. Consigliato.
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22/09/2019 12:44:49
Trattato filosofico-religioso molto seducente anche se a volte di difficile comprensione. Si fa la storia delle varie concezioni degli angeli da parte delle religioni e degli artisti, e il dato fondamentale risulta essere quello che in realtà si sta parlando di noi, del mondo umano. Una volta si diceva per prendere in giro gli intellettuali che "parlano del sesso degli angeli", leggendo questo libro si capisce che appunto le disquisizioni e le visioni su questi esseri diversi da noi appartengono di diritto al nostro "sentire" la vita e il creato. Hanno avuto una sola possibilità di scelta all'inizio dei tempi e fino alla fine rimarranno fedeli a quella scelta, mentre l'uomo può evolvere, cambiare, ritornare sulle sue posizioni etc. A quanto pare è molto meglio la vita degli uomini, e in fondo lo diceva persino il Buddha che la vita umana è l'unica che permetta il suo superamento. Non so se tutti questi discorsi sono di carattere consolatorio, in fondo sembrano voler dire che è molto meglio la vita transeunte che l'immortalità, ma questo modo di accennare ad una conoscenza non razionale e discorsiva ma per accenni dal visibile all'invisibile è parte integrante della nostra storia umana. Ve lo consiglio.

(recensione pubblicata per l'edizione del 1986)
scheda di Bodrato, A., L'Indice 1986, n. 6
In questo libro Cacciari sviluppa un tema che nel suo precedente lavoro, "Icone della legge", restava sullo sfondo: l'angelo, per eccellenza icona della simbolicità dell'essere e del dire. L'angelo, viaggiatore del paese del non-dove, capitato come per caso nel mondo degli uomini, ne ha conosciuto il travaglio, ne ha percorso il cammino verso la perdita di senso. 1/2NecessarioÈ testimone e custode della gratuità delle cose e del loro segreto resistere ad ogni piatta riduzione alla banalità, l'angelo conserva un'ultima fugace forza di rappresentazione nella forma dell'Angelo nuovo, in modo diverso presente nella filosofia, nella poesia e nella pittura del Novecento. Intorno alla sua figura Cacciari tesse la consueta ragnatela di pensiero con fili filati in campi e in tempi spesso difficilmente accostabili, ma resi proprio per questo imprevedibilmente ricchi di stimoli e di spunti. Così Cacciari può percorrere la storia dell'angelologia dallo zodiaco babilonese e dalla Commedia dantesca all'iconografia di Klee e di Marc, guidato dalle suggestioni di Rosenzweig, Kafka, Rilke e Benjamin, autori che restano punto di riferimento costante in ogni pagina del suo libro.
Per secoli, il pensiero ha tentato di convincersi che gli Angeli fossero entità superflue, superstiziose anticaglie. Ma la dimensione dell'Angelo continua a riaprirsi, ci accompagna, si trasforma, ma non ci abbandona. Questo libro, pubblicato nel 1986, e che ora riappare interamente riveduto e ampliato, è dedicato all'Angelo che finisce per rivelarsi «necessario», come dice il titolo, riprendendo una mirabile lirica di Wallace Stevens. Ma necessario a che cosa? L'Angelo educa, conduce a una conoscenza diversa da quella che si sviluppa in rapporto al visibile. «L'Angelo testimonia il mistero in quanto mistero, trasmette l'invisibile in quanto invisibile, non lo 'tradisce' per i sensi». In questo, si oppone radicalmente al daimon, che è al servizio di una fatalità cosmica e impone ogni volta il vincolo della cosa e alla cosa. L'Angelo è l'ermeneuta del movimento opposto: quello che guida fuori dalla lettera, quello che va, non già dall'idea alla cosa, dal segno al rappresentato, ma dalla cosa all'invisibile. Cacciari elabora questa sua lettura filosofico-teologica dell'Angelo attraversando i testi e le immagini, a partire dall'antichità giudaico-cristiana o pagana o iranica sino a Klee o a Rilke o alla riflessione di Henry Corbin. E appare evidente come questa sua ricerca si connetta anche ai suoi lavori precedenti, e in particolare a Icone della Legge. Qui, sempre con riferimento a Benjamin e a Rosenzweig, torna a porsi il problema della rappresentazione e l'Angelo aiuta a configurarlo come un vero dramma gnoseologico che si svolge sulla soglia di quello che Corbin ha definito il mundus imaginalis. E intanto l'attenzione si fissa sulla fisiognomica degli «ultimi, grandi incontri» con l'Angelo. Ora gli Angeli diventano simili a «dèi dell'istante», «lampeggiano e scompaiono». Ormai sottratti a ogni stabile gerarchia, sedotti e quasi irretiti dall'umano, questi ultimi Angeli serbano in sé un riso, una disperazione e una paradossale libertà che ci sono più che mai essenziali. Grazie a loro, come scrisse Rilke, «raccogliamo disperatamente il miele del visibile, per custodirlo nel grande alveare d'oro dell'invisibile».
