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Anno edizione: 2021
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«Perché tornare?» È la domanda che Enrico Letta si è sentito fare tante volte dai giovani italiani che studiano in Europa e che si è fatto anche lui, prima di riprendere la strada di casa per tornare alla politica attiva. La risposta è che ciascuno di noi ha il dovere di impegnarsi e ribellarsi, per riscrivere il futuro dell'Italia.
Lo spiega in queste pagine appassionate e lucide, intense e ricche di storie, che intrecciano un percorso personale e le prospettive di un Paese da risollevare. Attraverso le ragioni civili e quelle del cuore, l'anima e il cacciavite, che vanno usati insieme per vincere le paure del XXI secolo e combattere ingiustizie, nazionalismi, populismo. L'anima - con l'appello all'«essere liberi», liberi fino in fondo - richiama all'ispirazione degli ideali, ai valori non negoziabili che vanno anteposti, sempre, agli interessi del momento e al timore di perdere consenso. Il cacciavite riporta alla concretezza e alla competenza necessarie per guarire una democrazia malata e attrezzarsi a una storica azione di ricostruzione dell'Italia, fondata sulla dignità del lavoro, sulla lotta alle vecchie e nuove disuguaglianze, sulla promozione di un'idea di progresso e benessere all'altezza delle sfide di questo tormentato passaggio d'epoca. Con la pandemia abbiamo sofferto tutti, ci stiamo rialzando, siamo cambiati. Deve cambiare anche la politica. Occorre passare dal partito del potere a quello dell'intelligenza collettiva, per aprirsi finalmente alla società accogliendo i tanti che credono nelle ragioni dell'impegno, ma che per anni hanno trovato le porte chiuse. Una comunità che scommette sull'istruzione, sui giovani, sulle donne. Che rilancia una norma di civiltà come lo ius soli. Che combatte con forza per l'ambiente e la sostenibilità. Che riafferma l'importanza di essere e sentirsi europei e, dunque, parte di un progetto più grande e ambizioso.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Anima e Cacciavite Anima e Cacciavite si intitola così l’ultimo libro di Enrico Letta, ne ha scritti molti, il primo nel suo nuovo ruolo di segretario del Pd, quasi un manifesto ideologico e programmatico. L’Anima significa l’identità che il Pd e la sinistra italiana hanno perso, questa è una sincera ed esplicita autocritica personale di Letta, in modo ancora più evidente dopo la grande crisi economica del 2008, rimanendo ancorati al blairismo degli anni ‘90 non più attuale . La sinistra non ha voluto vedere l’esigenza di protezione sociale di larga parte della società , emersa ancora più forte dopo l’epidemia COVID e ha scordato perfino il termine giustizia sociale, il dovere ridistribuire non solo la ricchezza ma anche le tante opportunità che la globalizzazione ha offerto solo ad una parte minoritaria della società, quella già privilegiata aumentando così le differenze e bloccando l’ascensore sociale. Ad esempio la possibilità importante di poter studiare all’estero per qualche anno e imparare veramente una lingua che fa la differenza per una carriera ed un lavoro che rimane accessibile ancora solo a pochi. Questi errori della sinistra hanno generato il successo del populismo e del sovranismo. Il Pd di Letta quindi mette al centro della sua azione l’istruzione ma con la logica del Cacciavite, l’altro termine del titolo. Rinunciare alla politica degli annunci, dei lanci roboanti di nuove , grandi riforme ogni settimana o giorno, perdendo e facendo perdere la consapevolezza che si tratta di processi in cui la fatica e l’attenzione quotidiana e la cura dei dettagli sono essenziali . Per questo Letta è concretissimo: non vuole rifare la Costituzione, gli basterebbe una legge elettorale che ridia ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti, regolamenti parlamentari che scoraggino la pratica del cambio di casacca, la sfiducia costruttiva per evitare crisi al buio.
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