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Recensioni Anime e acciughe. L'aldilà come non l'avreste mai immaginato

Recensioni: 4/5
Ma che storia è? Cosa c’entrano le anime con le acciughe? Anzi, come vedremo, con un intero banco di acciughe? C’entrano, perché siamo nell’aldilà. Come non l’avreste mai immaginato, dove tutto è all’insegna della leggerezza.

«Anime, animelle, acciughe e dintorni: in questo libro ho trovato un ricettario metafisico – ma molto terreno – per cucinare al fuoco vivo di ricordi ed emozioni tutto il sapore di una vita che ne contiene mille» - Matteo Baldi

«Per giorni in giro per Milano ho giocato con anime gemelle esercitandomi di già nell’aldiquà» - Carlo Chambry

«Non credo di aver mai letto un libro sulla morte/sul morire di così straripante vitalità» - Ota De Leonardis

«La magia di un libro è che quando lo apri dopo non sei più lo stesso» - Enya Daniela Idda

«Una vertiginosa avventura in un aldilà assolutamente inedito. Con un finale sospeso di immensa poesia» - Anna Miglio

«Ci provano da millenni religioni e filosofie, invano. Achille Mauri ci riesce: leggete queste pagine e dimenticherete la paura. Di cosa? Ah già, della morte» - Maria Pace Ottieri

«Non immaginavo che la morte potesse essere così viva. L’aldilà così vivace e l’eternità così teneramente quotidiana. Una divina sorpresa!» - Filippo Timi

Infatti si chiama aldiquà. C’è Achille... che si sveglia poche ore dopo essere mancato nella sua casa milanese di via Cusani, e comincia subito a dialogare con un trapassato illustre, il maresciallo Radetzky, già inquilino dello stesso palazzo ai bei (per lui) tempi dell’occupazione austriaca… La conversazione continua con le più disparate anime che vagano nei dintorni, e in parecchi altri luoghi, vicini e lontani, in una sfera ultraterrena ma attaccatissima a quella terrena, che il trapassato, giustamente, dalla sua postazione, ribattezza «aldiquà». L’anima di Achille si è trasferita nel garage di piazza San Marco, nella Porsche di amici di uno dei suoi figli, dove da tempo dimora anche il suo gatto Ely. Da qui in poi gli incontri, le storie, e i dialoghi si fanno sempre più fitti... e, ovviamente, surreali. E di storie da raccontare ne hanno tante non solo Umberto Eco o Elio Fiorucci o il maresciallo Radetzky, ma anche altre anime, indicate con il solo nome di battesimo, Marco, Lucrezia... Ma niente paura, il tono degli scambi è in buona parte ironico, spesso comico, addirittura esilarante: si sorride, si ride, e ci si augura francamente che l’«aldiquà» sia davvero così spassoso, così rassicurante, così vario, e i suoi misteri così poco misteriosi. E molto spazio nella storia hanno anche gli animali, che svolazzano a loro volta nell’«aldiquà», dotati di anima. Comprese le acciughe, che nuotano in enormi banchi e che diventano mezzo di trasporto e guida delle altre anime, quelle degli esseri umani. )
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