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scheda di Sozzi, M., L'Indice 1995, n. 1
L'utopia di Mercier - politico moderato della Rivoluzione francese e letterato illuminista non privo di sensibilità preromantica - è la narrazione di un sogno: quello di una società futura che abbia preso coscienza dei limiti del mondo settecentesco e abbia posto rimedio alle sue peggiori storture e ingiustizie. La società modello descritta nel libro non è collocata in un altrove geografico, come la maggior parte delle utopie coeve, ma viene proiettata in un lontano futuro, un ipotetico 2440, appunto. "Ucronia" è infatti il nome dato alla costruzione ideale di Mercier, il quale esprime con quest'opera la sua fiducia nel progresso e nella perfettibilità degli uomini, e non esclude che il suo progetto sia realizzabile nella storia. Un confronto costante si stabilisce tra la Parigi del 1770 (anno di pubblicazione del libro) e quella del 2440, confronto che investe tutti gli ambiti della vita individuale, sociale e politica, dall'organizzazione urbanistica alla moralità degli uomini nuovi. La semplicità, la severità dei costumi, la razionalità del governo, l'eguaglianza di fronte alla legge, la vigilanza di ciascuno su tutti al fine della felicità comune, il superamento dell'egoismo, la pace, l'esaltazione di una forma di religione naturale priva di rituali esteriori: queste le caratteristiche principali del nuovo mondo. Tuttavia questa società, nonostante incarni i più alti valori illuministici, è pervasa da una forte normatività e da un generale conformismo, che la trasformano - come fa notare Laura Tundo nell'esauriente saggio introduttivo - da società ideale in "incubo di un universo angosciante", simile, da questo punto di vista, agli universi totalitari immaginati da Huxley e Orwell.
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