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Un indagine del commissario Bordelli.
«Una tormentata figura di investigatore e un'Italia meno cinica ma non meno cattiva di oggi» – Corrado Augias
È il 6 gennaio del '69 e molti italiani si preparano a vedere la «finalissima» di una delle trasmissioni più popolari e seguite, Canzonissima. Anche il commissario Bordelli si siede davanti al televisore per godersi la serata, ma una telefonata della questura lo strappa dalla poltrona e lo costringe a uscire di casa: una ragazza è stata uccisa, proprio mentre andava in onda la sigla... zum zum zum zuuum zum. Da quel momento le giornate del commissario si complicano, altri misteri dovranno essere risolti. Uno in particolare lo tormenta: la terribile vicenda del maniaco omicida che ha già ucciso sei prostitute, tutte e sei bionde, di media statura, una ogni nove mesi esatti. Bordelli si sente affaticato, e in mezzo alle ricerche concitate cerca di ritagliarsi momenti di tranquillità e di riflessione nel silenzio del bosco, che i versi degli animali rendono ancora più vero e profondo. Tra poco più di un anno andrà in pensione, e teme di lasciarsi alle spalle dei casi insoluti...
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Il 6 gennaio 1969 anche Franco Bordelli, tra poco più di un anno ex commissario e pensionato ai giardinetti, è in attesa di assistere alla finale di Canzonissima, giusto per allenarsi al prossimo destino di senza lavoro. Troppo semplice per il nostro eroe, che in rapida sequenza è chiamato invece ad investigare la sera stessa sull’assassinio a scopo di libidine di una giovane ragazza, mentre si cruccia di poter risolvere prima dell’abbandono dal servizio il mistero di un serial killer, un mostro di Firenze ante litteram, uso ad uccidere prostitute periodicamente senza un filo conduttore logico. Nonché si ritroverà pure a prestare soccorso ad un vecchio amico invischiatosi in una oscura vicenda con i poteri forti. Insomma, i casi per Franco Bordelli non sono mai uno solo, ma come gli amici che conta sono diversi, e ognuno a sé stante. Volete che manchi un intermezzo amoroso? Affatto, abbiamo narrato qui anche il decorso della sua love story con la giovane e bella Eleonora. Possibile che un bravo scrittore e un amico fedele come Vichi non renda anche omaggio ai libri ed ai colleghi scrittori? Ecco qui citati uno dei suoi autori preferiti, Alba de Cespedes e la sua bibliografia, e lo scrittore anche lui fiorentino Leonardo Gori: il personaggio nato dalla penna di Gori, e cioè l’ex ufficiale dei carabinieri, e poi agente dei servizi Bruno Arcieri è oramai uno dei migliori amici di Franco Bordelli. Perciò questo libro descrive un anno vissuto freneticamente dal nostro, giusto un gran finale prima della pensione, troviamo qui omicidi, serial killer, misteri risolti da un appassionato della settimana enigmistica, vendette e giustizieri improponibili e concreti ad un tempo, ma soprattutto si raccontano qui amori, affetti, amici, emozioni. Il tutto è una squisita ribollita, una gustosa leccornia fiorentina, un piatto per gourmet, Marco Vichi è uno chef d’alta scuola.
Il solito, niente di meno ma nemmeno niente di più. La parte noir è ormai solo un pretesto per raccontare le storie individuali sullo sfondo, troppo sfocato, dell'epoca in cui sono narrate. Piacevole per chi ha letto i precedenti ma ti prende anche un senso di sazietà che alla fine ti fa arrivare in fondo con un po' di fatica e senza particolari attese. Tutto un po' scontato...
Stavolta Vichi ha divagato troppo, affrontando 3 casi intervallati da troppi ricordi, cene e filosofia varia. Rispetto al passato un leggero regresso. Ho veramente faticato ad arrivare alla fine. Comunque tre stelle sulla fiducia che, con la "scusa" di un omicidio, il prossimo romanzo ci faccia rivivere la nostra bella "vecchia" Toscana che non c'è più, tramite la sua scrittura leggera ed accattivante.
Recensioni
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