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Carlo Greppi è un giovane e valente storico, che ho primariamente conosciuto nell'ambito divulgativo dell'audiovisivo (in particolare sui temi riguardanti la Shoah). Era il mio approccio con un suo saggio scritto: non sono rimasto pienamente soddisfatto. Meritevole l'intenzione dell'opera di farci conoscere quell'importante giorno attraverso le 3 anime della Resistenza italiana, tuttavia, come già hanno detto alcuni commenti in precedenza, non è del tutto riuscita la struttura narrativa del saggio. Ho trovato un po' farraginoso il ricorso alle 3 scene madri, con vari salti temporali e di luogo, che danno corso anche a ripetizioni; un lettore potrebbe perdersi e rinunciare, e sarebbe un peccato perché il saggio di Greppi contiene molte informazioni interessanti, compresi documenti di prima mano (si veda l'ampia bibliografia finale). Continuerò comunque a seguire questo storico, la cui opera contro lo smarrimento della memoria attuale verso questi importanti anni e i valori dell'antifascismo è un baluardo importantissimo nella lotta quotidiana contro queste infamità della storia.
L'autore intendeva presentare al suo pubblico tre fra i personaggi principali della nostre Resistenza e quindi del 25 aprile-Parri, Longo e Cadorna- attraverso un largo excursus biografico e attraverso tre momenti chiave della loro esperienza resistenziale e ha voluto farlo in maniera innovativa, con uno spiccato taglio narrativo, con l'evidente intento di rendere le vicende più avvincenti per il largo pubblico a cui si vuole indirizzare la serie. Detto ciò e apprezzata l'intenzione, mi pare che purtroppo il tentativo sia riuscito molto parzialmente. All'inizio la narrazione procede in modo veramente confuso, con continui rimandi ad altri eventi, rinvii, richiami, tanto da renderne inafferrabile il filo anche al lettore meglio intenzionato e non del tutto digiuno di conoscenze storiche sul periodo. Clamoroso esempio dell'inutile confusione indotta è la ricostruzione del famoso incontro del 25 aprile pomeriggio, presso l'arcivescovado di Milano, fra i rappresentanti della Resistenza ormai vittoriosa e Mussolini seguito da alcuni seguaci: momento nodale, non si capisce per quale misterioso motivo Greppi inizi a parlarne con piglio romanzesco a p.3 e poi lo priproponga, con dovizia di particolari, secondo le ricostruzioni dei singoli partecipanti, soltanto a p.139! Nel mezzo, un continuo affannoso saltabeccare fra personaggi ed eventi principali e secondari. Solo quando si passa alla presentazione di molti importanti documenti il lettore trova un po' di pace e di ordine narrativo. Insomma: troppa carne al fuoco e troppi discorsi aperti, troppo desiderio di compiacere il lettore con strumenti narrativi. Sarebbe stato più utile e apprezzabile dedicarsi ai tre personaggi chiave ricostruendone con chiarezza le vicende e i rapporti, già di per sè non facili e ricchi di particolari romanzeschi e avventurosi, tanto più con la consapevolezza che tutti e tre sono ormai completamente cancellati dalla sempre fragile e lacunosa memoria storica nazionale.
Il libro di Greppi soffre di una ambiguità di fondo: se da un lato l'autore tenta di svecchiare il linguaggio specialistico per aprire gli studi storici a un pubblico più ampio, dall'altro il suo utilizzo di una forma narrativa "à la" Pulp fiction con tre storie principali (più altre sotto-storie) che convergono nel finale contribuisce a rendere più complesso lo svolgersi dei fatti: il che taglia fuori un'ampia fetta di pubblico, ottenendo l'obiettivo opposto a quello che ci si proponeva. Se si aggiunge che per fare Pulp fiction ci vorrebbe un Quentin Tarantino, che il concentrarsi sulle storie di Parri, Longo e Cadorna (sempre e immotivatamente designati coi nomi di battaglia) rende monco il quadro generale e che non vengono proposte nuove interpretazioni ne risulta, a mio avviso, un libro "inutile"; ancor più perchè inserito in una collana incentrata sulle date nodali della nostra storia. Due i pregi: il tentativo (anche se rimasto tale) di innovare il linguaggio e gli ampi stralci di opere dei protagonisti che vengono citati soprattutto nell'ultima parte.
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