Arrivederci, signor Cajkowskij
- EAN: 9788838939501

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Atmosfera incantata e misteri sullo sfondo del lago d'Orta in una storia corale che si colloca come seguito ideale al precedente romanzo di Fantini e Pariani, Nostra Signora degli scorpioni: saga di un "piccolo mondo antico" del novarese.
Orta Novarese, dicembre 1878. In uno dei suoi primi soggiorni italiani Pëtr Il'ič Čajkovskij risiede sul lago Cusio, cercando ispirazione e sollievo per la propria inquietudine. Sull'isola di San Giulio, a poche bracciate dalla riva, soggiorna la ricchissima vedova Nadežda Filaretovna von Meck, mecenate innamorata del compositore con cui ha stretto un singolare contratto: i due non devono frequentarsi né vedersi, ma pur vivendo in case separate si impegnano a scambiarsi ogni giorno lunghe lettere. E questo insolito legame, per gli abitanti del paese è principio di dicerie, forma di mistero. E non è l'unico. L'atmosfera brumosa del lago e il "basso continuo" delle vite modeste dei suoi abitanti sono sconvolti da un delitto e dall'inspiegabile segregazione di cinque inglesine in una villa dell'isola. Tutti vengono coinvolti: dal medico al vecchissimo banditore, dalle due gemelle canterine alla Marchesa Colombi, dalla veggente al fotografo. Sarà forse l'effetto delle cinque Notti Nere del solstizio d'inverno che – come spiega al compositore russo l'affittacamere colta e emancipata – segnano il momento magico in cui vivi e nonpiù-vivi comunicano. Perfino Čajkovskij ne è toccato: perché gli è stato insegnato che ogni donna uccisa vicino all'acqua si trasforma in una "rusalka" famelica di sangue maschile. Una storia corale che racconta non solo chi vive nel paesino piemontese, ma anche gli abitatori delle Tenebre-dimezzo, che ogni notte scendono dal cimitero di San Quirico a indagare con curiosità ciò che succede dietro i muri delle vecchie case. Così «Arrivederci, signor Čajkovskij» si colloca come seguito ideale al precedente romanzo di Fantini e Pariani, «Nostra Signora degli scorpioni»: saga di un "piccolo mondo antico" del novarese.

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13/05/2020 22:17:27
Acquistato per curiosità, ma goduto dalla prima all'ultima riga. E' un libro splendido e scritto benissimo. I luoghi - che conosco direttamente - danno fascino a questo racconto corale in bilico tra mistero e storia
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12/05/2020 14:15:04
Nicola Fantini e Laura Pariani si rivelano essere un'ottima coppia. Un fantastico romanzo che ci porta indietro nel tempo, precisamente a fine 800. Ben costruito, invoglia alla lettura.
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14/04/2020 08:16:27
Ideale continuazione del precedente "Nostra Signora degli Scorpioni", questo piacevolissimo romanzo ci riporta indietro nel tempo, sul lago d'Orta alla fine dell'800, e ci fa assaporare uno squisito quadretto di vita popolare reso ancor più gustoso dalla parlata dialettale. Anche in questo caso compare un grande artista russo e ci fa piacere cedere alla suggestione che proprio sulle rive del nostro lago Cajkowskij (per il quale ho sempre provato grande interesse) abbia ritrovato le atmosfere del suo celeberrimo "lago dei cigni". La coppia Fantini-Pariani si rivela essere una gradita conferma.
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15/10/2019 08:28:11
Un viaggio in un tempo remoto e in uno spazio relativamente prossimo. Non serve andare agli antipodi per godere di suggestioni per me esotiche, di un paesaggio lacuale 'verdemente' addolcito e architettonicamente finemente cesellato. Potrei dire che è l'unico pregio di questo libro la cui narrazione non mi ha per niente soddisfatta per linguaggio, costruzione, sviluppo, sovrabbondanza di personaggi - alcuni parecchio scentrati e patetici (Nietta e Marianna) - e siparietti da locanda, situazioni superflue o comunque noiose (chiacchiere, pettegolezzi e superstizioni in un improbabile linguaggio misto italiano/dialetto di ruspanti fantesche, sguattere e beghine che, nel 1878, presumo, invece, sia plausibile assumere che essendo popolane, parlassero più verosimilmente solo dialetto), tradendo quella ridondanza di ego, che già avevo riscontrato in un altro titolo della Pariani. Però devo essere onesta. Ci sono alcune situazioni che coinvolgono Čajkovskij per l'appunto - il quale però, purtroppo, è più appiccicato lì come specchietto per le allodole come la sottoscritta in quanto, in effetti, nella vicenda c'entra come un turista per caso -, la sua mecenate Madame von Meck, Olindo e Gilda in particolare, che mi hanno appassionato anche dal punto di vista della scrittura e siccome gli autori sono due, sospetto che le parti da me apprezzate corrispondano più alla penna e all'intelletto del Nicola, piuttosto che a quelli, a me molto meno congeniali, della Laura: sarebbe da chiederglielo... Ma dalla metà in giù, la vicenda si tinge di un giallo che definire banale e sciapo è un regalo; i luoghi comuni si affastellano, patetismo e tedio mi intorpidiscono la mente che scuotere la testa con espressione sconsolata, rimane l'unico moto di reazione fisiologica a questa lettura dal poco senso.
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26/08/2019 15:59:02
Ritorno sulla recensione precedente: man mano che il romanzo procede diventa sempre più interessante sfiorando il capolavoro. Sono bellissime le struggente pagine finali in cui Cajkowsky si accomiata e si accenna alla timida devozione di e per Roc. Bellissimo romanzo, consigliato. Vi ho trovato pure tanti echi del dialetto e delle storie che mia nonna, nata nell'Ottocento, ci raccontava.... a volte pure a noi nel tepore (per noi ragazzini puzzolente) della stalla. Nostalgia!
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23/08/2019 05:58:23
Pensavo un bel romanzo della Pariani con tanto dialetto d'antan e tante situazioni popolari da piccolo mondo antico in salsa bustocca.... Invece un romanzo ben strutturato alla stregua di certi russi o inglesi dell'IOttocento con un intreccio in cui le due mani diverse si riconoscono, eccome. Sono solo a pagina 150....arrivederci a fra poco.
