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L'ARTE DEL FALLIMENTO di Andrea Fazioli Finito da poco. Scritto molto bene anche se non amo i capitoletti di due o tre pagine. Ben tratteggiati I personaggi, sia principali che secondarii ma il romanzo non mi ha preso completamente e ho faticato a portarlo alla fine.
Ancora una volta Elia Contini è coinvolto in un affare non molto chiaro. Fra una ricerca di un gatto e robe simili, gli viene chiesto di ritrovare il contitolare di un famoso mobilificio sparito improvvisamente. Contini lo trova impegnato a suonare il sax in una piccola orchestrina e lo convince a tornare a casa. Ma qui si trova il fratello che dirige praticamente il mobilificio in grossa crisi: l'azienda fondata dal bisnonno sta per fallire. E contemporaneamente vengono ammazzati dapprima due personaggi legati in qualche maniera al mobilificio e poi addirittura il fratello del sassofonista. Contini indaga e riesce a capire qualcosa anche grazie ai soliti consigli di Giona, l'eremita. Viene anche ammazzato il dirigente del mobilificio e a quel punto a Contini arriva l'idea definitiva. Chi ha ucciso è il figlio di un vecchio concorrente del mobilificio, costretto per le pratiche poco regolari di questo, a fallire. E' la sua vendetta. Anche se l'ultimo ammazzato non si può attribuire a lui, ma a un'impiegata dell'Ufficio fallimenti, amante del dirigente ucciso, che lo voleva lasciare.
La storia sembra scritta apposta per far fare bella figura al protagonista, un investigatore abituato a gatti da ritrovare e banalità varie, mentre il momento rivelatore sembra scritto apposta per ingannare il lettore. Belli i ritratti femminili. Simpatico comunque il detective, del quale si dice "Contini stesso non era un fallito? Alla sua età non aveva un vero mestiere, una vera storia professionale...ecco il genere di domande a cui di solito rispondeva senza parole, andando a camminare nei boschi"
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