Arte monologica?

Nella Germania del secondo dopoguerra, agli inizi degli anni '50, due prestigiosi scrittori si confrontano sulla natura del fare artistico, quello stesso che per Adorno non era più possibile dopo la tragedia di Auschwitz. Ma la Germania andava ricostruita anche moralmente e artisticamente. Per Lernet-Holenia l'artista doveva porsi in relazione con la società, farsi portavoce dell'impegno civile, non ritirarsi nella torre d'avorio ma investirsi di una missione capace di riscattare lo "sfacelo tedesco", di ridare dignità ad una nazione. Per Benn viceversa il fare artistico non poteva scendere a compromessi, non poteva entrare in dialogo con la società e con la storia. Per Benn, la vera arte esprime la solitudine dell'io, non può che essere monologica. E' così che il poeta (Benn) definisce il proprio terreno d'azione puramente estetico rispetto al narratore (Lernet_Holenia) la cui arte non può non aprirsi all'orizzonte del pubblico.

Nella Germania del secondo dopoguerra, agli inizi degli anni '50, due intellettuali si confrontano sulla natura del fare artistico, quello stesso che per Adorno non era più possibile dopo la tragedia di AUschwitz. Ma la Germania andava ricostruita anche moralmente e artisticamente. Per Lernet-Holenia l'artista deve porsi in relazione con la società, farsi portavoce dell'impegno civile, non ritirarsi nella torre d'avorio ma investirsi di una missione capace di riscattare lo "sfacelo tedesco", di ridare dignità ad una nazione. Per Benn il fare artistico non poteva scendere a compromessi, non poteva entrare in dialogo con la società e con la storia. La vera arte esprime la solitudine dell'io, non può che essere monologica. E' così che il poeta (Benn) definisce il proprio terreno d'azione puramente estetico rispetto al narratore (Lernet_Holenia) la cui arte non può non aprirsi all'orizzonte del pubblico.