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Certo, la lettura ‘politica’ di Parenti può essere una chiave interpretativa, ma perché pessima? E potrebbe anche non essere una buona idea giudicare oggi con la ‘nostra morale’, che pure ha radici importanti nella tradizione giudaico-cristiana (“Non esiste più schiavo né padrone …”). A me l’analisi dello studioso americano è piaciuta e mi è piaciuta soprattutto la ‘rivisitazione critica’ del Cicerone politico, una figura un po’ meno ‘cristallina’ di quella propostaci dalla storiografia classica. E’ un po’ la sorte che tocca a molti grandi del passato, come ad esempio al Colombo ‘conquistatore’ delle Indie. Un bel libro dunque, che apre ‘nuovi orizzonti’ o meglio li ‘riapre’, se già Brecht nel 1935, nella famosa poesia “Domande di un operaio che legge”, si poneva la domanda su chi fa la storia (“Chi costrui' Tebe dalle sette porte? Nei libri ci sono i nomi dei re. Sono stati i re a trascinarli i blocchi di pietra?”).
La lettura di classe delle Idi di marzo è una pessima chiave interpretativa. Non che a Roma non vi fosse, da decenni, "un" conflitto di classe: semplicemente, è fuorviante nell'accostarsi ad un evento nel quale motivazioni politiche, personali, culturali, piscologiche si fondono inestricabilmente. Fa il paio con l'ipotesi che vorrebbe la morte di Cesare collegata ad una specie di "Tangentopoli" dell'epoca, in relazioni agli spettacolari progetti urbanistici che Cesare aveva in mente. A questo punto, perchè non fare altre ipotesi fantasiose? Ad esempio, che i congiurati fossero finanziati dai servizi segreti dell'impero partico, al quale Cesare si accingeva a fare la guerra? O che l'istigatrice di Giunio Bruto fosse sua madre Servilia, ex - amante di Cesare accantonata, come una recente fiction di successo ha ipotizzato? Chi più ne ha, più ne metta....
Parenti scrive bene ed è un ottimo divulgatore. Solo non penso che si possa applicare l'etica "nostra", del XXI secolo, alle strutture di potere dell'antichità. Dare un giudizio negativo dell'aristocrazia romana del I secolo avanti Cristo solo perche un terzo della popolazione italiana di cui era il vertice della piramide era composta da schiavi significa sovrapporre il nostro giudizio critico e la nostra morale ad una società di ventidue secoli fa. Non credo she sia una buona idea
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