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Anno edizione: 2021
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Ancora una volta, Lidia Ravera illumina un ritratto di donna alle prese con il tormento della maturità, quando tutto è finalmente chiaro e la resa dei conti, se hai abbastanza coraggio, può trasformarsi in un nuovo, tardivo inizio.
Scrivere per nessuno è come lanciare la palla contro un muro. Tutto quello che dico mi rimbalza addosso. E lo so, in fondo l'ho sempre saputo, che quando si scrive per dimenticare si finisce per ricordare. Tutto.
Giovanna ha i capelli bianchi, però lunghissimi e folti. Vive in un bell'appartamento che guarda il fiume, nel centro di Roma, ma è un'operaia in pensione. In un tempo in cui tutti inseguono il successo, la popolarità, lo svago lei vive sola, non parla con nessuno, non va mai in vacanza. Le sue giornate si susseguono uguali e attente fra la musica che ascolta per dimenticarsi di se stessa e i romanzi che legge per rispecchiarsi nelle vite degli altri. Non è felice né infelice, è come se vivesse uno sconfinato tempo supplementare dopo una partita che per lei si è chiusa presto, quasi quarant'anni fa, nel secolo scorso, quando per la smania di cambiare il mondo potevi commettere sbagli così gravi da pesare sulla tua coscienza per sempre. Ha pagato il suo debito con la giustizia, Giovanna, ma se hai un'anima come la sua la punizione non basta mai. Un silenzio da penitente, dunque, quello che ha scelto, un silenzio che va in mille pezzi quando nell'appartamento accanto al suo arriva, anzi, irrompe una famiglia di beniamini degli dei: Michele, musicista svagato, Maria, bellissima e sempre un po' spogliata, Malcolm, tredicenne impegnato a salvare il pianeta, e Malvina, tre anni di pura gioia. Giovanna prima li guarda e li ammira, poi si lascia coinvolgere nella loro vita: bambinaia volontaria, amica grande, presenza silenziosa e generosa. E infine dalla loro vita viene travolta, come succede quando l'amore apre una breccia nelle tue difese e ti ritrovi vulnerabile, nuda. Ma di nuovo viva. Una prima persona asciutta e nervosa, un memoriale che al lettore rivela, pochi indizi alla volta, un quadro finale di sconcertante, dolorosa dolcezza.
Giovanna è una donna misteriosa, difende i propri segreti dalla gente chiudendosi in se stessa. Taciturna, ama ascoltare ma non le piace parlare. Eppure la vecchiaia le riserverà una sorpresa, conoscerà una famiglia a cui si affezzionerà, saranno loro a far riemergere sentimenti soffocati per troppi anni. Rivivrà gli anni tempestosi della sua giovinezza e riuscirà a perdonarsi ed a perdonare. Un bel romanzo pieno di sentimenti e che colpisce per la sua trama i cui tempi affondano le radici in un periodo buio della nostra storia.
Un libro profondo e ben scritto che porta inevitabilmente a riflettere sulla figura di Giovanna che è l’emblema di tante donne come lei. La solitudine scomparsa con l’arrivo dei nuovi vicini e soprattutto la piccola Malvina che rappresenta un giro di boa per Giovanna. Un romanzo che mi ha emozionata durante la lettura e che mi ha fatta riflettere sulla vita nella terza età dove ti basta poco per commuoverti. La Ravera è della mia generazione e quindi in tante parti mi ci sono ritrovata! Anche l’immagine di copertina fa parte del libro e ne giustifica il titolo. Ne consiglio la lettura!
Anche in questo libro Lidia Ravera affronta tematiche di cui scrive spesso: il rapporto con un passato ingombrante, l'isolamento, il desiderio di cambiamento tenuto sotto controllo, le relazioni tra generazioni diverse. Ma non si tratta di una ripetizione di altre sue opere, ma di una storia nuova, profonda, con riflessioni importanti. E naturalmente scritta benissimo, perché Lidia Ravera è una gran penna. E poi, in un mondo di protagonisti giovani, mi piace la sua attenzione per personaggi di donne "grandi", sopra i sessanta. Bel libro
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