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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2015
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Uno tra i migliori romanzi di Piero Chiara, che fu anche oggetto di un'ottima trasposizione televisiva con un Tino Buazzelli azzeccatissimo nel ruolo di Anselmo Bordigoni, mite omone vittima di dicerie che gli faranno perdere il posto da maestro elementare e lo condanneranno al confino in un paese del sud (siamo negli anni del fascismo). Il suo talento innato per la musica lo porterà a dirigere trionfalmente un'orchestra militare che risalirà l'Italia fino a giungere al suo paese di origine, dove diventerà un eroe. C'è una divertente connotazione critica nei confronti del regime fascista, ma soprattutto la descrizione di un ambiente provinciale meschino e legato alla facciata morale e borghese. Alla fine questa inscalfibilità del protagonista lo porterà a lasciarsi scivolare addosso le varie traversie di cui sarà vittima, e ad uscirne trionfatore involontario. Consigliatissimo.
Prendete un omone, un gigantone buono abitato dal dono musicale; docile, faceto, amico benvoluto, persona alla mano e dai miti consigli. Cosa può capitargli di così brutto o nocivo che possa distruggergli i giorni, alterarglieli, spegnere in lui la serena continuità dei modi, di una vita? Risposta: l'idiozia del fascismo, grottesca lebbra a infettare i comportamenti, le usanze, i ruoli, persino le orrende scaglie della diceria. Eppure senza quei ridicoli e penosi vent'anni di storia patria, giocando per paradosso, non avremmo avuto libri tanto belli, pagine in grado di rovesciarne la grettezza, il becero suono, la purulenta cretineria, il seme nefando. E' in questo quadro che passeggia il nostro Anselmo, amabile figura a cui nessuno riuscirebbe a trovare, nemmeno inventandosela, una colpa, un demerito, un piccolo difetto dolce nel corso della sua esistenza. Cosa fa dunque con un simile soggetto Piero Chiara? Fruga nel suo cilindro di scrittore le giuste dosi di ironia e ribalta il dettato malato che lo avvolge, spedendo il Bordigoni al confino in un paese del Cilento. I neri hanno voluto così, Amen e Alalà. E qui lo fa vivere, trovata stupenda, accanto al destino di un albero, unica creatura che possa stargli accanto per stazza, per imponenza vera. E sarà il nomignolo del medesimo albero - figuriamoci se casuale - a diventare lo stesso di Anselmo. Volutamente su questo schermo lo taciamo con doveroso pudore, lasciando aperto un guscio di malizia che speriamo possa poi aprirsi interamente sullo spirito curioso dei lettori, facendosi sincero invito. Chi è ordunque il balordo che titola la storia? Un eroe a sua insaputa, l'uomo scelto dal caso a sigillare talvolta un vero tributo alla purezza d'animo, alla lealtà sana, un umile musico girovago che finisce suo malgrado su altari inaspettati. Ennesimo rovesciamento tipico dell'universo di Chiara, gli anonimi al centro della scena, quei goffi candidi di provincia che diventano primizie di ricordo. Meraviglioso libro.
Non conoscevo questo scrittore, mi è capitato casualmente tra le mani ed è stata una piacevole sorpresa. Ambientato tra il 1933 e il 1945. Il romanzo inizia insinuando alcuni sospetti sulla condotta poco consona del maestro Bordigoni che a causa di questi equivoci viene confinato dal nord ad un paesino del sud Italia. Il Bordigoni invece di replicare accetta passivamente. Da lì in poi avverranno una serie di eventi che metteranno sempre in rilievo il suo "personaggio" non solo per la sua particolare corpulenza ma anche per la sua abilità nell'adattarsi alle varie situazioni. Per certi versi mi ha ricordato "Forrest Gump". La narrazione è scorrevole con risvolti talvolta tristi ma anche grotteschi.
Recensioni
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