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Dopo la ferma e densa battaglia della Rifle e della TAV, radicata nella terra del Mugello e avvinta agli amori di una vita (Figlia di una vestaglia blu, Fazi), la scrittura di Simona Baldanzi esplode in questo BVM e si spappola nella molteplicità di lavori precari, terre mobili, amori voraci e incapaci: ci salveranno gli oggetti? ci attaccheremo al bancone di un bar, a una spezia, a una parola, per ritrovare quella certezza che mi manca sotto i piedi? Contemporaneo è dire poco. Da non perdere
Leggere Bancone verde menta, il nuovo libro di Simona, è come un invito della scrittrice ad intraprendere insieme a lei un viaggio all'interno della sua vita passata e delle sue emozioni presenti. Grazie a questo romanzo appassionato e dal linguaggio fresco e giovanile, infatti, ci si immerge nel mondo di Monica, la protagonista, e della sua amica e collaboratrice professionale Chicca, le quali, nell'intento di portare avanti le ricerche per una rubrica affidata loro per la ricorrenza di San Valentino, ricordano e narrano le avventure amorose, professionali e di vita vissute in passato, alle quali il lettore partecipa, assistendo allo stesso tempo alla descrizione delle loro sensazioni presenti, in un concentrato di emozioni che lo tengono incollato al libro dalla prima all'ultima pagina. Addentrandosi un po' più a fondo nel romanzo, si ha l'impressione di conoscere da sempre la protagonista delle storie raccontate, alla quale è piacevole abbandonarsi nel ripercorrere le memorie di appassionate lotte per affermare le proprie convinzioni sociali e politiche, di amori più o meno felici, ma che contribuiscono in ogni modo, alla memoria e alla "formazione sentimentale" di quella che si può definire una vera e propria eroina moderna, che lotta per affermare e difendere le proprie idee e i propri valori. L'innamoramento di Monica per il barista che per un'intera estate le prepara cocktail nel locale che frequenta con le sue amiche, farà da leitmotiv al libro, per un finale tanto atteso quanto improbabile da immaginare. Bancone verde menta è una ventata di freschezza nel panorama della narrativa giovanile in Italia, un romanzo che entra nei sentimenti più intimi della protagonista, uno di quei libri che non puoi fare a meno di leggere finchè, in un attimo, ti accorgi di essere arrivato all'ultima pagina!
Sono tanti i motivi che spingono le persone a viaggiare, principalmente affari, amore e turismo (in rigoroso ordine alfabetico). Simona Baldanzi, ovvero Monica Baldi in questo romanzo, ripercorre (con la scusa di dover scrivere un supplemento ad un giornale sulle città e l'amore) i viaggi che ha fatto in varie città (Marsiglia, Genova, Barcellona, Torino) o luoghi (il Salento, ma anche il "suo" Mugello). Tutti questi posti sono legati a qualche amore, suo, o della compagna di viaggio (la fotografa Checca), o di qualche altra amica. Sembrerebbe una cosa altamente frivola, ma ciò che anima Monica è da sempre, o almeno da quando ha visto alla scuola media il film "Le mani sulla città", la sete di giustizia. Monica viaggia, ama e vive, animata dalla sete di giustizia, inscindibile da ogni cosa che fa, volente o nolente. Va così che le città che ama, le ama perché sono significative per lei o per un vissuto personale, o per un vissuto veicolato attraverso forme letterarie (i libri di Izzo, le canzoni di De André). Con una scrittura in punta di penna, piena di momenti lirici, accanto a riflessioni importanti, la storia si snoda attorno al bancone di un locale alla moda e al barista che è dall'altra parte. Il messaggio che l'autrice lascia trasparire è che i posti (e le persone) diventano belli solo se li riempiamo di significato, che visti i tempi in cui viviamo, è un messaggio tutt'altro che scontato!
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