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Vorrei precisare innanzi tutto che il brano "Frana la curva" è si un brano degli Erode ,ma che gli Erode erano un gruppo skinhead di compagni e suonavano musica Oi!. Il fatto che il libro ripeta cose gia dette da altre fonti ,non toglie che sia comunque prezioso parlare di certi argomenti. L'originalità non è la missione fondamentale di opere di informazione.Purtroppo ci sono ambienti subculturali in cui l'essere originali , distinguersi dalla massa e al tempo stesso essere forgiati su stereotipi di 20-30 anni fa è più rilevante della sostanza La missione del libro è semmai raggiungere lo scopo di porre al centro dell'attenzione quello che è comunaue un problema e che non viene ritenuto tale dai più. Colpevole ne è lo sdoganamento dell idea che nazismo e comunismo siano la stessa cosa e che quindi se è tollerabile uno in Italia è tollerabile anche l'altro. La solita storia de "il più pulito cià la rogna" che ci fa accettare una classe dirigente vergognosa.
Un quadro riepilogativo dei gruppi, sociali più che politici, riconducibili alla destra sedicente fascista in Italia. L'idea è buona. Ma al di là di quanto segnalato dagli altri lettori (una certa propensione al "collage" di informazioni e considerazioni già altrove pubblicate) vi sono due macroscopiche disattenzioni che, da sole, indicano sufficientemente l'approssimazione - soprattutto a livello di editing - con cui l'opera è stata buttata sui banchi delle librerie. 1) NON PUO' una casa editrice seria riportare in maniera clamorosamente errata un articolo della Costituzione, a caratteri cubitali in quarta di sovraccoperta, come si fa in questo libro: l'art. 139 della Costituzione, infatti, non prescrive affatto "è vietata la riorganizzazione, in qualsiasi forma, del disciolto partito fascista". Ciò è stabilito nella ben diversa XII disposizione finale; mentre - come poteva facilmente essere appurato consultando una costituzione, anche su internet -il "vero" art. 139 afferma che "la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale". 2) NON PUO' una casa editrice seria consentire che un suo autore ponga in epigrafe al volume (pag. 7) la considerazione "nihil humani mihi alienum puto" attribuendola a Seneca (!), mentre anche i sassi che non hanno frequentato il ginnasio sanno che essa è la più profonda (e probabilmente più celebre) affermazione contenuta nell'opera "Il punitore di se stesso" del commediografo latino Terenzio. Dalla gloriosa Bompiani queste cose non ce le si aspetta.
Reportage sul fenomeno dei gruppi giovanili in Italia che si rifanno al fascismo ed al nazismo.Un viaggio tra circoli, associazioni, centri sociali, gruppi di tifoserie ultrà di destra assai diffusi soprattutto tra Roma, Milano ed il Veneto. Ne viene fuori così un'inchiesta giornalistica lucida ed obiettiva, su un mondo ancora sconosciuto al grande pubblico.
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