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Beni comuni. Un manifesto - Ugo Mattei - copertina
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Descrizione


"Quando lo Stato privatizza una ferrovia, una linea aerea o la sanità, o cerca di privatizzare il servizio idrico integrato (cioè l'acqua potabile) o l'università, esso espropria la comunità (ogni suo singolo membro prò quota) dei suoi beni comuni (proprietà comune), in modo esattamente analogo e speculare rispetto a ciò che succede quando si espropria una proprietà privata per costruire una strada o un'altra opera pubblica". In questo agile volume Ugo Mattei ragiona attorno a un tema di grande attualità internazionale perché pensare ai beni comuni significa "innanzitutto utilizzare una chiave autenticamente globale che pone al centro il problema dell'accesso e dell'uguaglianza reale delle possibilità su questo pianeta". Dalla lotta per l'università e la scuola pubblica a quella per l'informazione critica; dalle battaglie contro il precariato e per un lavoro di qualità a quelle contro lo scempio e il consumo del territorio; dalla lotta contro la privatizzazione della rete internet a quella contro le grandi opere (TAV, Dal Molin, Ponte sullo stretto), i beni comuni ci riguardano da vicino. Ugo Mattei li considera come riconquista di spazi pubblici autenticamente democratici, base per un pensiero politico e istituzionale nuovo e radicalmente alternativo fondato sulla qualità dei rapporti e non sulla quantità dell'accumulo.
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Dettagli

7
2011
8 settembre 2011
116 p., Brossura
9788842097174

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Riccardo L
Recensioni: 3/5

Sinceramente sono rimasto un po' deluso. Oltre ad una interessante disamina storica sulla nascita e sull'evoluzione storica della struttura del sistema capitalistico fino ad oggi ,non ho trovato un accenno alle modalità operative con le quali contrastare lo strapotere globalizzato del modello neoliberista imperante. Il rapporto (per l'autore è un semplice "contrasto") fra "competizione" e "cooperazione" nella società umana è trattato in maniera troppo semplicistica ( negando la funzione della "competizione"...è ideologia dogmatica di sinistra). I giuristi inoltre tendono sempre a sminuire (con varie motivazioni) gli aspetti "quantitativi" , criticando l'empirismo anglosassone e sottolineando invece gli aspetti qualitativi ( anche perchè non conoscono la matematica... ) . Mi sembra un libro pieno di bile "intellettualizzata" di un professore che si è pentito (anche se non lo ammetterà mai) di non essere andato a lavorare in una banca d'affari quando era giovane e quando ne aveva l'opportunità . Quando si parla di "superamento" dello Stato vorrei un approfondimento. Lo stesso quando si parla di "democrazia partecipata"...

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Lorenzo Panizzari
Recensioni: 4/5

4* nonostante i Cap.4-5 non all'altezza. Libro difficile (concetti, scrittura, rif.storici, econ, politica, filos, etica), è un buon "manifesto" a cui manca del tutto la teoria politica volta al perseguimento degli obiettivi. Contro l'attuale meccanicismo-individualismo, la soluz è ridefinire/limitare azione/diritti di Stato, Mercato e Rendite per un nuovo mod ecologista-olista (governo a liv locale da "movimenti", alta partecipaz, democr.diretta). Non spiega chi/come darà inizio al cambiamento di mod sociale; che il cambiam sia già in atto mi sembra un'ottimistica sovrastima. Intro e Cap.1 fantastici: i Beni Comuni (BC) sono diversi da Propr.Pubbl/Pvt (PPvt alla base dello svl econ; PPubbl dello Stato), sono beni di tutti (acqua, istruz, ospedali) realizzati con denaro pubblico ma non tutelati come P.Pvt (perché?); privatizzarli equivale ad un esproprio collettivo, illegittimo (il Gov amministra, non possiede). Cap.2e3 Storia/fenomenologia. BC (terra, acqua, risorse, ambiente) e trasf in P.Pvt/Pubbl via modif diritto (che non li contempla/tutela): cambiam/assuefaz sociale e svl modernità industriale, degenerata in neomedioevo di fmi-wto-bm-ceo, legislatori senza doveri sociali a cui gli Stati-Naz si piegano in competizione legiferando al ribasso pro mercati. Qst situaz si è evoluta dalla periferia (paesi poveri) verso il centro industriale (cittadini incuranti). Cap.4. Contro soc dei consumi (esaspera la P.Pvt), sposta sotto BC le attività collettive e beni culturali ma non spiega come farli funzionare (responsabilità di gestione ed aspetti economici). L'Uni non dovrebbe essere Pubbl o Pvt ma "libera"; mod a cui tendere sono quella Us del XVIII Sec e quella Medievale [perplesso]. < segue...>

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Conosci l'autore

Ugo Mattei

1961, Torino

Ugo Mattei è professore di diritto civile all'Università di Torino e di diritto internazionale e comparato all'Università della California. Avvocato cassazionista, è stato fra i redattori dei quesiti referendari sui beni comuni del giugno 2011 e per due volte ha patrocinato il referendum presso la Corte Costituzionale. È stato vicepresidente della Commissione Rodotà ed è presidente di ARIN/ABC Napoli. Fra i titoli pubblicati, ricordiamo "Beni Comuni. Un Manifesto" (Laterza 2011) che ha raggiunto l'ottava edizione, "Il saccheggio", con Laura Nader, (Bruno Mondadori, 2010), "Contro riforme" (Einaudi, 2013), "Senza proprietà non c'è libertà. Falso!" (Laterza, 2014).

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