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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2012
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Pochi sono i libri che mi hanno fatto riflettere cos tanto. Un discorso sulla libertà che, senza essere un'autobiografica, diventa il racconto di una vita, una vita complessa e difficile da capire che, appunto per questo, stimola una profonda riflessione su di sé. Penso sia difficile concordare con tutte le idee di Larrson, tuttavia il libro non perde di valore. Un capolavoro. In generale, non è nemmeno pesante: si fa leggere volentieri! Si sa, poi, che i libri editi da Iperborea hanno quel certo fascino nordico inconfondibile.
Mi è stato consigliato in fretta e furia “Vai a comprarlo subito, così lo leggiamo nello stesso momento, è importante!” E ho fatto bene, perché c’era bisogno nell’aria di questa libertà: di chi ha imparato che spostarsi non è pericoloso; di chi è curioso di scoprire di che colore sia l’erba sull’altra riva del fiume; di chi sa che per essere liberi bisogna essere presenti e non perdere il senso della realtà “Bisogna essere realisti, radicati nella realtà e insieme sognatori, per non rimanere vittime involontarie del mondo reale”. Di chi desidera “non fare come gli altri”, ma non per eccesso di anticonformismo di forma, ma di sostanza; di chi si arroga il diritto di scegliere la propria compagnia e non di subirla; di chi sostiene che ogni vita è sacra, non solo la propria o quella dei propri figli; di chi dichiara che l’amicizia non presuppone identità, ma accordo sui valori fondamentali dell’esistenza e dell’essere umano. E ancora “Non si ha un amico, si è amici” e poi ci sarebbero ancora decine di citazioni da fare. Non su tutto sono stata d’accordo, spesso non mi ha detto niente di nuovo Larsson, ma ho avuto la sensazione di riconoscermi in alcuni dei suoi pensieri nonostante la nostra distanza spaziale, culturale, sociale, e questo è uno dei valori più grandi della letteratura secondo me.
"Mi capita di pensare che mio padre sia morto per lasciarmi vivere" - così esordisce Larsson, ma non perché il padre si sia tuffato per impedire al figlioletto di annegare; semplicemente perché fatalmente è annegato lui e, come fanno i salmoni risalendo verso la sorgente, l'ha deposto nella corrente e se n'è andato lasciandolo libero di errare per il mondo. La morte dei genitori è fra le più formidabili sliding-doors dell'esistenza, tanto più efficaci quanto più accadono in tenera età, e quella del padre, per Larsson, è stata persino indolore e foriera di un buon futuro. Forse se il padre fosse vissuto gli avrebbe complicato la vita. Lui qui lo dice paro paro, ma si sa, i discendenti di Odino non hanno il tabù dell'onora il padre a tutti i costi, a prescindere se se lo merita o meno; lì magari pensano che degne d'amore e di rispetto siano solo le persone che ricambiano questi sentimenti, sangue o non sangue. 'Bisogno di libertà' non è il massimo delle biografie e, lacunoso e riduttivo, non è nemmeno il più convincente dei pistolotti socio-antropologici sul libero arbitro. E' più che altro la cronaca, un po' ossessiva in verità e, a dirla tutta, non proprio scevra da autoincensamenti, della forza centrifuga e del carpe diem di un instancabile nomade, anarcoide, apolide e poliglotta avido di esperienze, incontri, avventura e ignoto, in un breve ma continuo ribadire di quanto per lui sia essenziale essere libero, ma anche di quanto lacerante sia l'inevitabile conflitto e conseguente compromesso fra il bisogno d'amore, di libertà e di solitudine. Ma il nipotino di Thor ci si destreggia abilmente. Insomma, nella più ampia accezione di questo termine, Larsson è un fondamentalista della libertà. Uno che considera costrizione anche la cinta dei pantaloni; un paladino del controcorrente a tutti i costi, un conformista dell'anticonformismo, impegnato tutta la vita nel difficile mestiere di mantenere i quattro paletti ideologici piantati a vent'anni - una faticaccia!
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Perennemente in viaggio attraverso i tempestosi mari del Nord, Björn Larsson, autore di culto di fama internazionale, torna in libreria con un nuovo libro e, questa volta, abbandona la forma romanzesca per raccontare di sé. Al giro di boa dei cinquant'anni, Larsson decide di esplorare se stesso in un'autobiografia lucida e completamente antiretorica che ha voluto intitolare Bisogno di libertà. Quella libertà che lui, abituato ad essere sempre in viaggio, cambiando amicizie e paesaggi, mutando stile di vita prima che potesse subentrare l'abitudine, ha sempre rincorso. Quel filo rosso che ripercorre tutte le stagioni della sua vita, quella sensazione di poter modificare la propria esistenza giorno dopo giorno: tutto questo è nel nuovo libro in cui Larsson, semplicemente, racconta se stesso, senza voler essere un modello per nessuno. Un libro che parla di mare, di libertà, soprattutto, e di amore, degli straordinari legami che Larsson ha vissuto nel corso della sua esistenza. Attraverso le tappe che hanno scandito la sua vita, dal bambino che non piange la morte del padre, al ragazzo che marina la scuola per seguire un suo percorso di studi, al giovane che preferisce la prigione alla cieca disciplina del servizio militare fino ad arrivare allo scrittore combattuto tra il vivere e lo scrivere, attraverso i continui viaggi tra terra e mare, amicizie vere e amori sofferti, l'autore ci offre il suo vissuto per passarci quanto la vita gli ha insegnato sul cammino. Dal soggiorno in America fino alle "istruzioni per l'uso in dieci lezioni", l'autore ci spiega cos'è, per lui, la libertà: "una barca pagata" che permetta di partire, senza che ci siano persone ad aspettarti dall'altra parte, né persone che si addolorino della partenza. Un lungo viaggio alla scoperta di un autore che ha fatto del mare la sua vita e dell'essere un viaggiatore la sua filosofia: la navigazione come modo di vivere, per incontrare gente del posto. Questa è la vera libertà, il vero viaggio: se non ci sono questi incontri, viene a mancare l'interesse. Il viaggio è andare da qualche parte e rientrare diversi, ma questo è possibile solo se si incontrano altre persone. Anche la scrittura, a suo modo, è un viaggio, un'avventura. La scrittura per lo scrittore e la lettura per il lettore devono essere un'avventura, devono lasciare delle tracce: dopo la scrittura e dopo la lettura non si deve essere la stessa persona di prima.
Un viaggio affascinate, una boccata di libertà veleggiando tra i mari del Nord, guidati da uno spirito misterioso, libero e inafferrabile.
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