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Anno edizione: 2010
Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2001
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Indice
Capitolo primo
Il tempo sembra passare. Il mondo accade, gli attimi si svolgono, e tu ti fermi a guardare un ragno attaccato alla ragnatela. C'è una luce nitida, un senso di cose delineate con precisione, strisce di lucentezza liquida sulla baia. In una giornata chiara e luminosa dopo un temporale, quando la più piccola delle foglie cadute è trafitta di consapevolezza, tu sai con maggiore sicurezza chi sei. Nel rumore del vento tra i pini, il mondo viene alla luce, in modo irreversibile, e il ragno resta attaccato alla regnatela agitata dal vento.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un romanzo breve molto intenso, un dramma emotivo, una perdita improvvisa, psicologicamente disturbante. Sembra quasi una storia di fantasmi moderna, in cui l'ometto strano che appare alla donna dopo il suicidio del marito, può essere sia una proiezione inconscia che una manifestazione tangibile da altre dimensioni dell'essere. Elaborazione del lutto e trasformazioni corporee, forse un romanzo sottovalutato all'interno della produzione letteraria di De Lillo.
Scrittura bella, pulita ma non mi ha lasciato niente, come se non l'avessi letto. Proverò in futuro a leggere altro sicuramente. Magari consiglio di iniziare con altro.
“Body Art” di Don DeLillo (Einaudi, 2001) è un romanzo ipnotico e a tratti surreale che, attraverso gli occhi della protagonista, porta a sondare gli sconfinati vuoti immediatamente dentro e fuori di noi. La precisione chirurgica della penna di DeLillo seziona lo spazio ed il tempo di una body artist rimasta priva del proprio compagno e rifugiatasi nel silenzio della loro ultima dimora e della sua arte. La protagonista sembra usare il proprio corpo, tutti i suoi sensi, infatti, così come fa per lavoro, per superare se stessa e conoscere realmente chi è e perché.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
"In passato, ha abitato i corpi di adolescenti, predicatori fondamentalisti, una donna ultracentenaria, che viveva di yogurt e, performance davvero memorabile, un uomo incinto. Ma in questa opera la sua arte è oscura, lenta, difficile e a volte tormentosa. E non è mai il tormento grandioso di nobili immagini e ambienti. È un tormento che ha a che fare con me e con voi. Quello che inizia come solitaria alterità diventa familiare e addirittura personale. Ha a che fare con chi siamo quando non stiamo recitando chi siamo."
Scrittore maturato nell'America del secondo dopoguerra (ha esordito con il primo romanzo Americana nel 1971), DeLillo è praticamente coetaneo di un grande autore scomparso, Raymond Carver (1938), e condivide con lui la medesima visione della società americana: amore e odio, passione e disfattismo, con quella parte di pessimismo "cosmico" che rende i loro romanzi spesso senza sbocco e non regala un futuro ai protagonisti.
Questa volta DeLillo si confronta con una storia intimista, minimalista, quasi fantastica e in molti tratti surreale, estremamente differente dai precedenti affreschi della società americana che abbiamo visto in titoli come Underworld. Qui la visione si concentra sul particolare, scompare l'insieme per catalizzare l'attenzione sui singoli personaggi, sulla vita quotidiana, su pensieri e riflessioni rivolti al personale più che al collettivo.
Protagonisti inizialmente un uomo e una donna e la loro vita coniugale, il ménage familiare che, seppure non comune data la professione del marito, regista e poeta, si avvicina a quella di molte coppie occidentali statunitensi e non. Senonché subentra un fatto drammatico: il suicidio dell'uomo, Rey Robles, sessantaquattrenne nato a Barcellona (vero nome Alejandro Alquezar), ma vissuto a lungo negli Stati Uniti. Rey si toglie la vita nella casa dell'ex moglie a New York, molto lontano dalla loro abitazione sulla costa del Maine. La donna, la body artist Laurene Hartke, rimane così da sola, improvvisamente. Metabolizzare questo genere di eventi non è semplice per nessuno, nemmeno per Lauren che cerca di ricostruire la sua vita all'interno della casa comune, affittata ancora per poche settimane. Solitudine e silenzio la circondano, sinché scopre che tra le stanze dell'abitazione si aggira uno sconosciuto. Contrariamente a ciò che ci si potrebbe aspettare, la reazione non è di panico o di rifiuto. Dapprima ne è leggermente spaventata, poi lo accetta indifferente, infine si scopre attratta da lui, quasi inebriata. Come se quella presenza fosse normale, Lauren inizia un dialogo con quel giovane che "le ricordava un insegnante di scienze delle scuole superiori, semi-balbuziente" e decide di chiamarlo con il nome di quell'insegnante: Mr Tuttle. Questa enigmatica figura, capace di trasformarsi come un camaleonte e assumere voce e comportamento di un'altra persona, è forte e indifesa, rappresenta un indefinibile pericolo ma è anche fonte di conforto. Si sviluppano in breve relazioni intrecciate tra le personalità di Lauren, Rey, Mr Tuttle e il ricordo di eventi già vissuti, di immagini già viste, di frasi già dette e gesti conosciuti. Ma Mr Tuttle è la proiezione di un pensiero, la materializzazione del subconscio della protagonista, la registrazione di un passato difficile da dimenticare o una figura reale?
Proseguendo nella lettura diventa sempre più evidente il parallelismo tra questo romanzo e un capolavoro della cinematografia americana: Images di Altman (del 1972). E il discorso torna di nuovo a Carver, di cui Altman è grande estimatore e dai cui racconti ha tratto un altro capolavoro America oggi. Si percepisce tra questi autori una forte affinità di pensiero che si manifesta in una narrazione talora visionaria. Le allucinazioni della protagonista di Images, che vive come reale il sogno e come sogno la realtà e non riesce più a distinguere tra queste due condizioni della mente, si riaffacciano in questo romanzo di DeLillo. Saranno "concreti" i personaggi che Lauren incontra? Là la protagonista era una scrittrice, qui è una body artist. Entrambe abituate alla comunicazione fantastica, alla meditazione, all'introspezione. Per entrambe la professione diventa parziale chiave di volta per una soluzione, per un "finale" che comunque rimane aperto. Come nel film di Altman, la vicenda si trasforma in giallo psicologico. Là in modo più violento, palese, sanguinario, qui in maniera velata, in un crescendo di sospetti, di dubbi, di indagini che compongono il puzzle incomprensibile di una situazione non meno drammatica.
A cura di Wuz.it
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