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Anno edizione: 2024
Anno edizione: 2013
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De Lorenzo pubblica un’opera che mette ordine e chiarezza sulla storia degli ultimi cinquant’anni di vita del Regno delle Due Sicilie. Il libro analizza le dinamiche interne al regno e la situazione internazionale che portano al collasso dello stato meridionale e alla fine della dinastia dei Borboni e mette in evidenza, non solo l’inadeguatezza e il ritardo storico dei regnanti borbonici a guidare il regno, i quali si presentano come ultraconservatori e dispotici. Privo di una classe borghese influente e propositiva e ostile a ogni apertura liberale, il Regno delle Due Sicilie si trova anche a gestire – o forse sarebbe meglio dire “a non gestire” – una difficile convivenza tra Sicilia e Napoli, iniziata con l’unione dei due regni, e consumatasi definitivamente nel 1849. Il crollo improvviso di un Regno è l’insieme di molti fattori. L’anacronismo dell’apparato dirigente e amministrativo e dell’esercito, oltre ai latenti conflitti interni tra ambienti di corte, tra provincia e capitale, tra Sicilia e Napoli, l’isolamento internazionale e la scarsa considerazione in Europa dei reali, fanno del Regno una struttura fragile: «per questi e altri fattori, tra i quali non sono secondari gli appoggi internazionali, l’impresa garibaldina dallo sbarco a Marsala l’11 maggio 1860, sembra non forzare la situazione ma essere l’occasione di uno sfascio atteso, irrecuperabile, e insieme incredibile, frutto anche di complotti». Il libro è anche una risposta di metodo storiografico a quegli alfieri del revisionismo storico che si improvvisano scopritori di complotti, congiure e malefatte che gli storici di professione non avrebbero voluto rivelare. Infatti, con estrema onestà e rigore metodologico, De Lorenzo mostra come sin dall’indomani dell’unificazione nazionale, gli intellettuali meridionali levarono voci critiche nei confronti dei risultati ottenuti con l’annessione del regno meridionale al Piemonte e soprattutto nei confronti dei metodi utilizzati.
De Lorenzo pubblica un’opera che mette ordine e chiarezza sulla storia degli ultimi cinquant’anni di vita del Regno delle Due Sicilie. Il libro analizza le dinamiche interne al regno e la situazione internazionale che portano al collasso dello stato meridionale e alla fine della dinastia dei Borboni e mette in evidenza, non solo l’inadeguatezza e il ritardo storico dei regnanti borbonici a guidare il regno, i quali si presentano come ultraconservatori e dispotici. Privo di una classe borghese influente e propositiva e ostile a ogni apertura liberale, il Regno delle Due Sicilie si trova anche a gestire – o forse sarebbe meglio dire “a non gestire” – una difficile convivenza tra Sicilia e Napoli, iniziata con l’unione dei due regni, e consumatasi definitivamente nel 1849. Il crollo improvviso di un Regno è l’insieme di molti fattori. L’anacronismo dell’apparato dirigente e amministrativo e dell’esercito, oltre ai latenti conflitti interni tra ambienti di corte, tra provincia e capitale, tra Sicilia e Napoli, l’isolamento internazionale e la scarsa considerazione in Europa dei reali, fanno del Regno una struttura fragile: «per questi e altri fattori, tra i quali non sono secondari gli appoggi internazionali, l’impresa garibaldina dallo sbarco a Marsala l’11 maggio 1860, sembra non forzare la situazione ma essere l’occasione di uno sfascio atteso, irrecuperabile, e insieme incredibile, frutto anche di complotti». Il libro è anche una risposta di metodo storiografico a quegli alfieri del revisionismo storico che si improvvisano scopritori di complotti, congiure e malefatte che gli storici di professione non avrebbero voluto rivelare. Infatti, con estrema onestà e rigore metodologico, De Lorenzo mostra come sin dall’indomani dell’unificazione nazionale, gli intellettuali meridionali levarono voci critiche nei confronti dei risultati ottenuti con l’annessione del regno meridionale al Piemonte e soprattutto nei confronti dei metodi utilizzati.
il registro linguistico adottato dalla professoressa, i lunghi periodi con numerose subordinate nonché una prolissità nell'esposizione rendono difficile la lettura del testo. Inoltre, capita spesso di dover rileggere i periodi perche di difficile comprensione
Recensioni
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