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E’ difficile classificare “La borsa”, originale romanzo di Solène Bakowki pubblicato da Edizioni Le Assassine, casa editrice da poco nata. Non è un giallo né un thriller, forse potremmo definirlo un noir dai tratti gotici. E’ ambientato nella Parigi dei giorni nostri, ma potrebbe essere in un’epoca altra. La protagonista, Anna-Marie Caravelle, più che un’eroina è una vittima che poi diventa carnefice. Ma come potrebbe essere altrimenti? Il padre si è ucciso, prima della sua nascita, e la madre ha rifiutato Anna-Marie prima ancora che nascesse, come se fosse lei la responsabile della morte dell’uomo. Già queste prime righe ci fanno pensare a un dramma stile “I miserabili”, con una bambina che deve lottare contro il mondo intero per la sua sopravvivenza. Ma la vita di Anna-Marie ha un andamento grottesco che sfiora il grand-guignol: allevata da una donna vedova, che l’ha strappata alla madre ormai impazzita, vive da reclusa i primi anni della sua vita. Incuriositi da questa insolita piega degli eventi? E lo sarete ancora di più nel seguire le gesta terribili della protagonista e di tutti i personaggi che entreranno a far parte della sua vita disperata. Solène Bakowki descrive in modo crudo, quasi verista, le vicende della protagonista, in un monologo quasi ininterrotto come un flusso di coscienza. O come una confessione che lei, Anna-Marie, rivolge a noi lettori, con i monumenti e i parchi di Parigi a fare da testimoni. E l’autrice riesce a mantenere la tensione narrativa e le curiosità anche quando si vorrebbe dire “no, questo è troppo” e chiudere il libro.Alla fine non si riesce a condannare la protagonista né a giustificare le sue azioni terribili. Di certo “La borsa” (il titolo, identico all’originale francese, lo trovo però banale e poco accattivante) costituisce un’esperienza di lettura davvero singolare, forse più adatta a chi ama i classici francesi o russi piuttosto che i romanzi thriller e noir contemporanei.
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