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Il seguito di «Fanshen»: il quadro reale e immediato - come Hinton lo visse - del processo di meccanizzazione agraria che seguí l'affermarsi della rivoluzione cinese.
«Buoi di ferro» è il nome che i contadini diedero ai primi trattori apparsi in Cina dopo la seconda guerra mondiale. Hinton andò in Cina nel gennaio del 1947 come tecnico volontario del programma di meccanizzazione agricola dell'UNRRA. Lavorò con i trattori fino all'autunno del '47 (quando l'UNRRA venne smantellata), poi andò a insegnare inglese all'Università del Nord e partecipò in qualità di osservatore al lavoro di una squadra per la riforma agraria. In questo periodo raccolse la documentazione che gli sarebbe poi servita per la stesura del grande affresco di Fanshen, già apparso in questa collana nel 1969.Nel 1949, col completamento della riforma agraria nelle regioni liberate del Nord, diventa possibile per la prima volta la meccanizzazione su vasta scala dell'agricoltura. I trattori dell'UNRRA vengono ritirati fuori dalle caverne in cui erano stati messi nell'autunno del '47, e anche Hinton torna a lavorare coi Buoi di ferro. In questo libro ci racconta appunto quella vicenda: il corso di addestramento a Dosso del Sud, la costituzione della fattoria statale di Chiheng, il dissodamento di terre incolte, la semina dei cereali con metodi moderni e il primo raccolto meccanizzato della Cina settentrionale.Buoi di ferro è quindi la continuazione di Fanshen: dopo la lotta di classe nelle campagne, la meccanizzazione nelle campagne. E di Fanshen, questo libro ha il fascino narrativo, la freschezza e l'immediatezza di un'esperienza decisiva vissuta dall'interno.
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