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Un buon detective non si sposa mai - Marta Sanz - copertina
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buon detective non si sposa mai

Descrizione


Il nuovo caso del detective Arturo Zarco. Tre generazioni di gemelle e un mistero che percorre le stanze di una villa sul mare. Un enigmatico romanzo sul doppio, un'affascinante rivisitazione del genere noir.

«Una delle maggiori sorprese degli ultimi anni.» - El País

Dopo "Black, black, black", il nuovo caso del detective Arturo Zarco. È estate, e Zarco se ne va in vacanza. La villa che lo ospita, sulla torrida costa mediterranea, è un vecchio edificio rurale riadattato a dimora della famiglia di Marina Frankel, un'amica che il detective ha frequentato in gioventù. Marina appartiene a una stirpe di gemelle monozigoti. Amparo e Janni, la prima generazione. Poi Marina e Ilse, nate da Janni. Infine, Fanny e Erica, le figlie di Ilse. La sovrana di questa piccola comunità matriarcale è la zia Amparo, che con la sua vitalità e il suo fiuto per gli affari ha accresciuto negli anni la fortuna familiare. Quando Zarco giunge alla villa, Amparo è chiusa nella sua stanza per un malessere. Pochi hanno il privilegio di varcare la soglia, e il detective comincia perfino a dubitare della sua esistenza. Ma è proprio da questa camera che avrà origine il gorgo di enigmi che finirà per risucchiare tutti, compreso lo stesso Zarco.
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Dettagli

2014
9 luglio 2014
293 p., Brossura
9788865943229

Valutazioni e recensioni

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zocca giuliano
Recensioni: 2/5

Brutto, pesante, noioso da far paura, tanto da non riuscire a leggere più di cinque/sei pagine la volta. Una vicenda sconclusionata, una scrittura che non saprei come descrivere, contorta, lenta piena di divagazioni e raffronti fastidiosi fino alla nausea. Tanto diversa dal precedente da sembrare scritta da un'altra persona.

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Voce della critica

  Cominciamo dall'inizio, proprio dalla copertina che ben sintetizza il senso più profondo del romanzo con il montaggio di Vertigo (La donna che visse due volte): James Steward bacia Kim Novak bionda, capelli raccolti, tailleur classico, e viene preso per il polso dalla stessa, bruna, capelli sciolti, abiti più popolari. Controcopertina e relativa aletta raffigurano un perfetto labirinto di siepi. Esplode un citazionismo narrativo devozionale da Christie a Chandler, cinefilo compulsivo da Chabrol a Hitchcock, fiabesco e allusivo ma significativo da Cenerentola a Barbablù. Al lettore meno strutturato è consigliabile disegnare un albero genealogico della strana famiglia formata da tre generazioni di gemelle monozigotiche, tanto uguali all'apparenza quanto diverse nel resto. Proprio per non perdersi nel labirinto parentale, sentimentale, economico, indiziario. Qui in un riarau, caratteristico casolare rurale, ma lussuosissimo, viene invitato in vacanza Arturo Zarco, detective in crisi per il tradimento del giovane amante. Non c'è delitto, se c'è non si vede, non si capisce chi ha ucciso chi. Marta Sanz è l'innovatrice di un genere che spinge i limiti fino al soft boiled. Non perché il detective è omosessuale dichiarato in quanto ha illustri precedenti nel colto e disincantato Brandstetter di Hansen e nello sboccato nero-repubblicano Leo che fa coppia col bianco-etero-democratico Hap (Lansdale). Piuttosto, per l'andamento non adrenalinico, riluttante, ondeggiante dell'indagine (ma Zarco indaga davvero o attende che qualcuno confessi?); per un linguaggio che usa metafore non tradizionali, ma tenere, botaniche, musicali; per una storia che è un groviglio di serpi familiari o addirittura gemellari, nasconde o svela amori malati, sembra romanzo sociale che squarcia le maschere di una borghesia marcia e allude a conflitti di classe. Allora si spiega la copertina: i personaggi vivono due volte, sfumano i confini tra vivi e morti, eros e thanatos, vittime e assassini, padrone e serve, buoni e cattivi.   Fernando Rotondo

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Conosci l'autore

Marta Sanz

1967, Madrid

Marta Sanz (Madrid, 1967) è scrittrice colta e poliedrica, con più di dieci libri all'attivo per i quali ha ottenuto riconoscimenti come il premio Herralde, il premio Ojo Crítico, il premio Vargas Llosa de Relatos e il premio Tigre Juan. Scrive di cultura e viaggi per «El País», per «Público» e per la rivista «El Cultural» del quotidiano «El Mundo». Fedele a un'idea civile di letteratura ("Il compito di uno scrittore è vedere, sentire, e non tacere"), è considerata una delle voci più originali e ambiziose della Spagna contemporanea. La lezione di anatomia (edito in Italia per Nutrimenti nel 2016) è la sua autobiografia.

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