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Anno edizione: 2023
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Ero rimasta avvinghiata dalla scrittura di Yates grazie a Revolutionary road, ma ammetto che Una buona scuola non è assolutamente a quel livello. È un libro semi-autobiografico, con salti temporali e punti di vista non troppo approfonditi - si passa da un allievo all'altro, da un mese all'altro. Riproverò con Easter parade.
Un romanzo crepuscolare che parla di giovinezza, crescita, amore. La guerra incompente contribuisce a fare emergere la trama di relazioni tra gli studenti e gli insegnanti di un collegio maschile del New England. Protagonista è William, che cerca un riscatto dai soprusi dei coetanei come reporter del giornale della scuola. Consigliato.
Una vena autobiografica è sottesa in questo romanzo, come in tutta l'opera di Yates, pubblicato nel 1978 ma ambientato tra gli anni Trenta e il secondo conflitto mondiale nella Dorset Academy, una scuola privata maschile persa nel Connecticut settentrionale, fondata da un'eccentrica milionaria (che avrebbe voluto nascere maschio) e costruita in pretenzioso stile "Cotswold". Una “buona scuola“, sì, ma – i protagonisti se ne accorgeranno solo alla fine – sull'orlo del tracollo finanziario e nota per «accettare ragazzi che, per un sacco di motivi, nessun'altra scuola voleva prendere in considerazione (p. 34)». Solo questo per introdurre un'esperienza di lettura che sarebbe un peccato non fare.
Recensioni
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La buona scuola, pubblicato da minumum fax, che ha curato la traduzione di molte opere di Richard Yates, non ultima Revolutionary Road da cui è stato tratto il film con Leonardo di Caprio e Kate Winslet, rappresenta un validissimo tassello nell'intento dell'editore di riportare alla ribalta uno degli autori classici del realismo americano del Novecento. Ben sottolinea Zadie Smith, nella sua prefazione, che di un neorealismo particolare si tratta, in quanto l'ispirazione di Yates risiede intimamente nel suo vissuto e nella convinzione che l'esistenza di per se stessa contenga tutte le caratteristiche di un romanzo: i personaggi di Yates, dunque, non tracciano percorsi narrativi, bensì "vivono" attraverso la quotidianità dei loro rapporti reciproci e mettono in luce la dicotomia tra quello che sono in realtà e quello che si vorrebbe che fossero, in quanto prodotti stereotipati di microcosmi come la famiglia o la scuola. Il procedimento narrativo è tale che il lettore si trova sospeso tra la lettura di un romanzo o la disamina di una sceneggiatura di un film.
Così è in La buona scuola, luogo esemplare di confronto tra le aspettative di un certo conformismo sociale con la vera essenza degli individui che, finanziatori, presidi, insegnanti e alunni, costituiscono l'ossatura portante di quel pezzo di "sistema". La Dorset Academy nel Connecticut è "l'unica scuola qui all'Est che capisca i ragazzi", non molto conosciuta, ma ben propagandata e sufficientemente costosa; fondata da un'eccentrica milionaria in ambiziosa concorrenza con campuspiù prestigiosi, è costituita da quattro edifici, stile vecchio college inglese, di pietra rossa e tetti di ardesia, circondati da prati erbosi. Questa la cornice in cui il protagonista William Grove, detto Bill, l'alter ego dell'autore, trascorre gli anni più importanti della sua formazione personale. Con spirito incerto, goffo e mal vestito, altalenante nel profitto scolastico e vittima di scherzi pesanti, riesce a ricavarsi una nicchia di sopravvivenza e autostima nella redazione del giornale della scuola, il "Dorset Chronicle", che diventa per lui vera palestra di vita, arricchendone le conoscenze letterarie e costringendolo a misurarsi con i migliori allievi, tra cui il brillante Britt, che gli dispensa consigli e critiche severe. Si defila così anche dalle beghe e dalle gelosie interne alla scuola e ha modo di farsi apprezzare da compagni e insegnanti. Il tutto scorre come se la vita nel college, alla vigilia dell'entrata in guerra degli Stati Uniti, si muovesse motu proprio, in una serie di esternazioni di principi e valori non sempre condivisi e di sentimenti sempre accompagnati da una reticenza nell'esprimerli. Avviene così nel '44 alla notizia della morte di Larry Gaines, il più affascinante studente della Dorset, imbarcato su una nave mercantile andata in fiamme, e quando, per il venire meno dei finanziamenti, si imporrà la chiusura della scuola, destinata a divenire un centro di riabilitazione per reduci di guerra.
Alla presa di distanza emotiva dagli avvenimenti, fanno da contraltare la scorrevolezza della scrittura, la vivacità dei dialoghi e l'affresco dei caratteri dei tanti protagonisti, che rendono la lettura piacevole e di immediato interesse per i ragazzi dato il facile confronto con la loro vita attuale di studenti.
Sofia Gallo
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