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Libro interessante, dalla scrittura scorrevole, piacevole e a tratti ilare. Mi ha donato qualche interessane conoscenza in più sul mondo della psicoanalisi, aggiungendo esempi chiari per caratterizzare i tipi sdraiati sui vari lettini del mondo. Lo consiglio a chi, iniziato un percorso di analisi, voglia farsi due risate consapevoli su questa magica quanto difficile esperienza.
Corinne Meier mi ha fregato ancora una volta! Già il precedente, "Buongiorno pigrizia", nonostante una certa originalità contenutistica, mi aveva irritato con certi patetici tentativi di ironia; repetita non iuvavit, purtroppo. Il libro, come si evince dal titolo originale, divulga (in maniera assolutamente acritica) i pensieri di un folle come Lacan (quello, per intenderci, che scrisse "la donna non esiste"), scomodando e fraintendendo parecchi personaggi della letteratura. Alla fine della lettura, mi ha lasciato solo un grande disagio.
Recensioni
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Definire che cos'è uno psicoanalista è probabilmente una delle cose più difficili al mondo. Perché l'analista non è un educatore né un consigliere, non cerca certo di rendere l'analizzato "normale", ma è uno che presta ascolto e interpreta il senso di ciò che il paziente gli racconta. In questo nuovo, brillante saggio Corinne Maier affronta il tema della terapia psicoanalitica mettendosi nei panni di chi si sdraia sul lettino e racconta all'analista quanto gli passa per la testa, dai sogni, ai lapsus, alle sciocchezze. Alla fine, dopo anni di terapia e migliaia di euro spesi, l'analizzato dovrebbe essere in grado di ri-organizzare in maniera coerente la sua storia e di individuare le sue ragioni di vita. Solo allora, si accorgerà con stupore che la persona alla quale ha affidato le chiavi del proprio essere "non è diversa dal resto dei comuni mortali". La Maier con stile ironico smonta i miti della terapia, la venerazione per i guru dell'analisi, in particolare se la prende con Jacques Lacan, lo psicoanalista francese spesso discusso e criticato per gli atteggiamenti da dandy, per il suo linguaggio incomprensibile e la sua misoginia, i suoi Scritti oscuri e quell'arroganza che aveva da maestro inarrivabile e al di sopra di tutti. Le pagine del libro scorrono tra il sorriso e l'amarezza di capire, con l'autrice, che dietro la psicoanalisi non c'è una scienza esatta e che quella terapia che parla di Edipo, di eros, di madre, dell'Io e dell'Altro, in verità non ha alcuna garanzia di successo o di guarigione ma rappresenta un'avventura umana come tante altre. Alla luce di queste osservazioni perché stupirsi poi se un regista come Woody Allen, dopo trent'anni di analisi, in tanti suoi film fa una caricatura ironica di questa "medicina per ricchi"?
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