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squallido deprimente dalla prima all'ultima scena. Unico pensiero che la pellicola ,se vista, fornisce: "esiste un film piu' brutto di questo?"
Grimaldi trae dalla sua omonima raccolta di racconti,un film assai crudo e impietoso,ma anche contraddittorio e irrisolto.Le provocazioni sono calcolate,il realismo cinefilo(con ovvia citazione di Pasolini,su cui il regista ha girato "Nerolio")e le crudezze hanno un lirismo che stona.Le attrici comunque sono perfette,il bianco e nero accentua la cupezza ed è innegabile la capacità di raccontare con un piglio quasi documentaristico,che prima d'ora non era presente nei film del regista.Oggi non girerebbero un film del genere manco a piangere in lappone.
Liberamente tratto dal romanzo scritto dallo stesso Grimaldi ed edito da Bollati Boringhieri, il film racconta le esperienze di prostitute che sopravvivono al massacro sociale della periferia palermitana. La scelta del bianco e nero è sempre azzeccata, sempre efficace, a mio avviso la risoluzione cromatica migliore per raccontare attraverso le immagini, drammi di tale intensità. Le attrici sono tutte eccellenti, nessuna esclusa e di stessa levatura godono i pochi ritratti dei brutali esseri maschili che rendono a sfruttare, minimizzare, declassare violentemente la figura femminile, espressa, in questa pellicola, allo stadio più umile ed emarginato possibile. Amplessi stanchi, forzati, esasperati si consumano tra barzellette, promesse fittizie, litigi che spesso si annoverano tra le pagine di vita di questo tipo di donna. Donna spesso sognatrice, tenace, in cerca sempre di quell'alba migliore che non sembra poter raggiungere facilmente. Gran bel film del sempre coraggioso ed encomiabile Grimaldi e senza nulla da rimuovere alle altre, Guia Jelo e Ida Di Benedetto sono due donne bellissime.
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