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I primi fattori problematici chiamati in causa dall'Autore sono: l'approccio specialistico (piuttosto che quello sistemico); il progresso tecnologico; il mondo retto perlopiù da criteri puramente economici di cui sono lampante esempio è costituito dall'effetto delle imprese transnazionali e delle grandi concentrazioni di denaro sui governi e sulle ONG nonchè sulle loro iniziative. L'approccio è "psico-storico", nell'idea di una struttura frattale dell'universo. Idee e autori, religioni e democrazie, rapporti psicologici e teorie varie si susseguono turbinosamente, nell'obiettivo della ricerca di autorealizzazione, intesa come integrazione intrapsichica e con il nostro prossimo, in un nuovo apprendere che è "la possibilità di rieducare, cioè disapprendere". Donde l'educazione come soluzione più promettente per l'evoluzione personale e sociale. Il tutto entro una visione integrata, olistica, cioè "un approccio centrato sul tutto", coltivando le diverse "posture psicologiche" che l'esperienza psichica comporta. Insomma, va recuperato non solo il presente, perchè "è importante anche il recupero della dimensione magica della vita". Libro suggestivo, con la volontà di guarire e illuminare docenti ed educatori.
Recensioni
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«Questo libro scrive Naranjo nella prefazione riflette la mia presa di coscienza della tragica realtà dell'educazione, che è per la maggior parte una forma di addomesticamento forzato alla cultura del 'patriarcato', cioè agli usi e costumi della società cosiddetta 'civile'. Il mio desiderio è che un giorno i responsabili della politica dell'educazione possano giungere a collocare l'educazione degli esseri umani al di sopra della loro robotizzazione, che possano capire come dal trascendere la visione patriarcale dipenda la nostra stessa sopravvivenza. [ ] Proprio come la vita procede solo dalla vita, una coscienza si risveglia al tocco di una coscienza e nulla potrà essere più importante per la trasformazione dell'educazione della 'guarigione' e dell'illuminazione di docenti ed educatori».
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