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La camera di Baltus
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Descrizione


1796. Baltus, ufficiale dell'esercito rivoluzionario, scrivano e impostore, ferito in battaglia, viene trasportato nel castello di Bastia del Garbo, nel Piemonte meridionale. 1492. Il Maestro Enrico da Sorano, allontanato per immoralità dalla corte del Monferrato, viene incaricato dal condottiero Tristano Boccadiferro di affrescare le pareti del suo studio. 1992. Il giovane professore Ventura cerca di ricostruire la personalità del Maestro e di svelare la chiave dell'opera: immagini corrose ed enigmatiche, affiorate da poco sulle pareti della camera di Baltus, nella torre. Comincia così un viaggio iniziatico attraverso il tempo e lo spazio, le epoche e i continenti, dove la contemporaneità e la storia si contrappongono.
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Spedizione a mezzo corriere (tracciabile) 3-5 giorni. Si fa presente che i libri usati in vendita potrebbero presentare: sottolineature (con matita o con evidenziatore),ingiallimento delle pagine, copertina con leggere abrasioni oppure fascicoli e allegati multimediali non disponibili.

Dettagli

9788880893356

Valutazioni e recensioni

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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

anna hallerand
Recensioni: 1/5

troppo ambizioso, la lingua non tiene.

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Susanna
Recensioni: 5/5

A me sembra alta letteratura. Una prosa impegnata senza essere dotta. Una trama interessante e impegnativa senza essere noiosa. Due figure di donna originali e intense.

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sveva
Recensioni: 4/5

NON E'VERO JENNY, SI LEGGE BEN DI PEGGIO,E LA MAZZUCCO SA IL FATTO SUO!

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Recensioni

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Voce della critica


recensione di Pent, S., L'Indice 1998, n. 7

Tutto si può dire, meno che Melania Mazzucco sia orfana di ambizioni. In tempi di narrativa veloce, giovane anche in termini minimalisti d'intenti e risultati - ombelical-diaristici gli uni e gli altri - lei esordisce con un feuilleton intenso e ammiccante come "Il bacio della Medusa" (Baldini & Castoldi, 1996; cfr. "L'Indice", 1996, n. 5), e si fa applaudire con qualche riserva. Quelle destinate con diffidenza agli esordi troppo appariscenti, che talvolta nascondono il vuoto di un ben orchestrato bluff o la casuale fortuna di chi annega tutti i suoi argomenti in un unico, felice risultato. Percorriamo ora con impegno e piacere questo secondo romanzo altrettanto fitto e tortuoso, per trovarvi - crediamo - la conferma di una reincarnazione dickensiana in abiti di fine millennio.
Per ambienti, trame e suggestioni, vien fatto di pensare alla Mazzucco come a una Paola Capriolo bulimica, tante sono le argomentazioni dilatate a dismisura da una narrazione che largheggia in sensazioni e particolari per giungere al cuore degli avvenimenti. Là dove la Capriolo suggerisce, sussurra e ammicca, la Mazzucco spiega, particolareggia, esemplifica e agisce alla moviola. Può essere faticoso per un lettore mordi e fuggi, mentre risulta rassicurante agli occhi di chi ancora ama centellinare le sensazioni nel mare infinito delle parole.
Detto questo, diventa problematico sunteggiare gli accadimenti intrecciati del romanzo, tra coincidenze epocali e casualità narrative, destini che si rincorrono e amori che si ripetono, enigmi irrisolti nel tempo e tragiche, fiamminghe devastazioni psicologiche che attraversano la Storia e la memoria.
Arsenio Ventura, storico d'arte, giunge al castello in restauro di Bastia del Garbo, luogo elettivo situato nel cuore delle Langhe piemontesi, dove lo ha condotto l'incarico di una perizia che deve accertare l'origine di affreschi risalenti alla fine del Quattrocento. Incontra Luisa Sanacore, la quale, pur essendone erede, è destinata a essere spodestata dal passaggio del maniero alla pubblica proprietà. I dipinti della camera di Baltus sono opera di Enrico da Sorano, pittore incaricato nel 1492 dal nobile Tristano Boccadiferro di affrescarne in tonalità epiche le pareti. Il risultato visibile è ormai affidato alla precarietà graziata dai secoli, ma Ventura coglie l'occasione per rilanciare la propria carriera critica un po' declinante. Singolari coincidenze: storia d'amore dolorosa tra Ventura e la Sanacore, tragica passione remota tra il Maestro Enrico e la nobile Alma, la donna di Tristano destinata a soccombere tra le pieghe minori della Storia.
I capitoli alternati fanno riemergere le casualità quasi magiche dei due momenti narrativi, dove le vicende private si mescolano al flusso di eventi storici antichi e frenesie dell'ambizione contemporanea. Baltus fu l'ufficiale napoleonico ricoverato con le sue ferite di guerra della campagna italiana del 1796 nella camera che acquisì, chissà come, il suo nome. Lassù il pittore Enrico già da secoli aveva raffigurato in tutta la sua magnificenza le "Metamorfosi" di Ovidio.
Le vicende narrate sono come un infinito gioco di specchi che si riflettono nel tempo e nella Storia, tra metafore e allusioni, citazioni e rimandi, eventi pubblici - superba l'allucinante cronaca dell'alluvione del '94 in Piemonte - e risvolti artistici, amori a circuito chiuso e parabole sentimentali assolute. Tra qualche sospetto di prolissità ben mascherato da uno stile privo di cadute, sono messe in mostra tutte le capacità "ottocentesche" di impossessarsi del lettore e di legarlo a quasi sacri obblighi d'attenzione, perché sacra è stata la dedizione dell'autrice nel percepire i giochi d'eco della vita per poi frammentarli, faticosamente, nel gran mare delle suggestioni che li trasformano, con nobile eleganza, in romanzo.

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Conosci l'autore

Melania G. Mazzucco

1966, Roma

Melania G. Mazzucco è una scrittrice italiana, vincitrice del Premio Strega nel 2003. Laureata in Storia della Letteratura Italiana Moderna e Contemporanea e in Cinema al Centro Sperimentale di Cinematografia, ha scritto per anni soggetti e sceneggiature per il cinema.Dal 1995 collabora all’Enciclopedia Italiana Treccani, per la quale ha curato il settore letteratura e spettacolo di varie opere dell’Istituto.Nella narrativa ha esordito nel 1992 con il racconto Seval e altri suoi racconti sono stati pubblicati successivamente da varie testate.Nel 1996 pubblica il suo primo romanzo, Il bacio della Medusa (Baldini & Castoldi), finalista al Premio Strega.Seguono, La camera di Baltus (1998), Lei così amata (2000) con il quale vince il SuperPremio Vittorini, il Premio...

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